Il Festival su Sanremo di quest’anno pare caratterizzato da forti malumori che mettono Fabio Fazio nell’occhio del ciclone per le sue scelte. Nei salotti televisivi si è soliti assistere ad una Anna Oxa che urla il suo dissenso per l’eccessiva considerazione che il Festival ha riservato e riserva ai cantanti provenienti dai talent e lamenta la scarsa considerazione verso chi, invece, nel tempo, ha fatto la storia della musica italiana e l’ha diffusa nel mondo. Ora anche una icona, al pari di Mina, come Ornella Vanoni, insorge e si scaglia contro i realityshow lamentando la mancanza di rispetto che il mondo musicale le sta riservando e sulla presenza di Chiara Galiazzo vincitrice di XFactor tra i big confessa a “Il Gazzettino di Padova”:
“La Galiazzo? Ero in vacanza. È inaudito, però, vederla subito concorrere alla vittoria nel girone Big. Per me è un grosso errore darle questa possibilità. La musica in Italia sta andando a rotoli a causa dei talent: solo da noi chi vince Amici riceve più soldi rispetto a chi invece si esibisce da tantissimo tempo. Non mi rispettano più. Sono felici di sentirmi cantare solo all’estero”.
In effetti la Galiazzo tra i “Big” appare esagerato, seppure talentuosa per vocalità, valutarla “degna” solo per aver vinto uno dei tanti talent, la fa apprire “privilegiata” provocando ovvie contestazioni, soprattutto se poi un cantautore come Il Cile gareggia invece fra i “Giovani” nonostante abbia già riscontrato un certo successo e abbia scalato le classifiche col suo disco d’esordio “Siamo morti a ventanni”, molto apprezzato dalla critica.
Tuttavia il “rinnovamento” generazionale è d’obbligo anche in campo musicale, ma le due categorie potrebbero tranquillamente convivere se, una generazione “improvvisata” di produttori discografici dei nostri giorni, musicalmente “analfabeta”, ma che nel panorama musicale attuale dall’ encefalogramma da coma profondo, non avesse preso “piede” e non avesse stravolto a suo piacimento il concetto di “musica” e di “cantante” per imporre modelli di largo consumo studiati a tavolino, sopravvalutati per proprio tornaconto e imposti al pubblico con pubblicità e presenzialismo televisivo senza precedenti,come nel caso dell’Amoroso e della Marrone, emblematico esempio di sovraesposizione televisiva, con la certezza di far presa sul pubblico. Infatti, sarà colpa dell’avidità di questi personaggi senza scrupoli che ricoprono ruoli importanti e che occupano posizioni strategiche e di potere nel panorama mediatico-televisivo-editoriale se la musica, oggi, va a rotoli, ma il pubblico non è scevro da responsabilità visti i dati audience che alimentano la “cloaca” televisiva che quella generazione “improvvisata” di produttori discografici, propone e impone con strategie di programmazione studiate pure quelle e in accordo con i maggiori competitor televisivi per garantirsi lo share!