Pupo, dalle pagine dei giornali, per settimane, aveva annunciato “mirabilia” per l’edizione 2013 di Castrocaro, dicendosi sicuro di riuscire nell’intento di restituire alla manifestazione il rango un tempo ricoperto di “anticamera” di Sanremo e vivaio di talenti ancora in bozzolo pronti a spiccare il volo verso più ambiziosi traguardi, sarà ma i propositi più ottimistici talvolta si infrangono contro la dura e cocente realtà che spesso ridimensiona e smorza i facili entusiasmi di partenza.
La trasmissione di ieri sera, 19 luglio, ha messo in scena un conduttore, come sempre, brioso e di parlantina veloce e sciolta, forse poteva evitare l’augurale “Me***”, sì, l’espressione di Cambronne, ripetuta ben tre volte, ai ragazzi e anche la battuta, non spettacolare, su una concorrente presentatasi scalza “Incurante delle verruche … ecco Federica”, come anche la “marchetta” (altro non era) alla preziosa “Madre Russia”, visto che all’ombra del Cremlino Pupo sta vivendo un secondo sboccio artistico, con esibizione di una cantante lirica di laggiù e uno scambio di convenevoli con lei in quella lingua; ad affiancarlo, una giuria piuttosto annoiata e deconcentrata, con componenti spesso sorpresi sconsolatamente con la testa appoggiata sul gomito, tra di loro i “veterani” Iva Zanicchi e Claudio Cecchetto, gli ex partecipanti de “I migliori anni” Alexia e Marco Masini, richiestissimo ovunque, a quanto si vede e tale Isabelle Adriani, che a molti non dirà gran che, non essendo un nome di primissimo piano, accanto a loro, ma per assegnare un premio minore, la giuria degli “storici” di Castrocaro, così l’ha definita il presentatore, perché fra le sue file riuniva cantanti che su quel palcoscenico si erano rivelati, che contava Fiordaliso, Paolo Mengoli, Paolo Vallesi e i da tempo “desaparecidos” Michele Pecora, Donatella Milani e Lighea.
E la gara?e i 12 cantanti?C’è poco da dire, davvero, sono andati in onda dei “cloni”, o meglio dei “fritti misti”, ma non solo dal punto di vista vocale, di altrettante celebrità: c’è tale Fabrizio Sanna, che si classificherà fra i tre finalisti rimasti in lizza e canta un singolo dignitoso, peccato che fisicamente lo si confonda facilmente con lo scrittore Roberto Saviano e che qua e là nel suo aspetto ci sia anche qualche pennellata del Giuliano Sangiorgi dei “Negramaro”, c’è Federica Santini, quella scalza già citata, con catenelle alla caviglia e in vita, in tutina lucida nera, che gioca a fare la “bad girl”, imitando sfacciatamente nella gestualità sguaiata il “Marrone-style”, che purtroppo sta facendo scuola fra le debuttanti e c’è anche Monica Vellucci (con iniziale V, il pubblico maschile inizialmente sospira …) faccia alla Gerardina Trovato e voce simil-Dolcenera e poi Francesco Ciapica, occhialetti alla Lucio Dalla, personalizzati con ogni sorta di piccoli ciondoli e gingilli di ferramenta minuta pendenti dalle stanghette, per il resto, fisicamente, la controfigura di Massimo Ceccherini. Inspiegabilmente, ma è prassi diffusa un po’ dappertutto, non è il caso di stupirsi, i “bravini” vengono eliminati subito, fra di loro Paola Bivona, viso spiritoso, tipetto spigliato, il fisico una sintesi della Bridget Jones di Renée Zellweger e di Adele, ci prova con un pezzo “jazz” reso bene, che però trova spunti imitativi in Simona Molinari. Dunque tutto “già visto” e “già sentito”, ma … il vincitore?la spunta un certo Davide Papasidero, macchiettistico personaggio che nel tipo fisico strizza l’occhio allo stravagante stilista Egon Von Fuerstenberg, come al comico Ernst Thole e nelle mossettine leziose si rifà a quel/quella Solange tv uso/a praticare le arti divinatorie sulle estremità inferiori dei Vip, irresistibile la camicia da lui indossata, con stampa di mosaici bizantini genere Sant’Apollinare in Classe, meglio non addentrarsi nel merito delle sue “performance” vocali, addirittura risibili.
Il settimanale “Nuovo” (n. 28 18/07/2013) ha chiesto a Alba Parietti come mai si vedano, in televisione sempre i “soliti show e stesse facce” e se il servizio pubblico non andrebbe “svecchiato”, lei ha così risposto “bisognerebbe lasciare spazio ad altri … ma i giovani spesso hanno dimostrato di non avere abbastanza carisma …” in realtà, soprattutto in campo musicale, più che di mancanza di carisma, si potrebbe parlare di mancanza di uno “stile” personale e della volontà di “differenziarsi” dagli altri, il Castrocaro di ieri ha dimostrato che di “talent”, in Italia, ce ne sono veramente troppi e che stiamo ormai, come si suol dire, “grattando il fondo della padella”, sarebbe più opportuno sfruttare le risorse già esistenti, perché negli anni passati, di ragazzi dotati di talento ne sono usciti e non in numero esiguo, non sarebbe il caso di fare un passo indietro e cominciare a puntare, piuttosto, su qualcuno di loro?
[Articolo a cura di Fede]