La stagione della “Summerrock Arena” di Albese con Cassano, sperduta località di poco più di 4000 anime della provincia di Como, tagliata nettamente in due dalla provinciale che conduce a Lecco, è alle ultime battute, dopo i fulgori estivi, di cui sono stati dominatori assoluti, in una scaletta piuttosto nutrita di artisti noti e meno, Nek e Nesli; non è ormai più tempo di spettacoli “en plein air” e se la bella stagione galoppa troppo in fretta per i nostri gusti, con nostro disappunto quella meno clemente arriva senza preavviso e in compenso staziona molto più a lungo. E infatti la sera di venerdì 13 settembre la temperatura era fresca e c’era molta umidità nell’aria, pur essendo stata una giornata tiepida e con sole terso, lo “show” che doveva andare in scena era il penultimo in cartellone, protagoniste due giovanissime finaliste di “Amici 12”, Verdiana Zangaro (da Rossano Calabro), classificatasi quarta e Greta Manuzi (da Cesena), seconda dietro al vincitore Moreno Donadoni.
La “location” dell’evento, denominata “piazzale delle feste” era semplicemente una spianata di cemento delimitata alle spalle da un piano obliquo digradante di manto erboso, su cui era possibile sedersi e sui rimanenti tre lati rispettivamente da due edifici scolastici e una palestra, il palcoscenico era issato proprio all’opposto del prato, nelle immediate vicinanze, ma non visibile dall’area “happening”, il locale cimitero. Va detto che i posti sullo spiazzo erano rigorosamente in piedi.. La partecipazione di pubblico non è stata quella attesa, suppergiù saremo stati poco più di un centinaio sebbene lo spazio riservato agli spettatori potesse contenere, con un’approssimazione per difetto, anche 500/600 persone, numericamente prevalevano gli “under 21”, qualche famiglia, qualche anziano. Le “attrazioni” della serata hanno finalmente fatto il loro ingresso alle 22 passate, dopo ben un’ora di “disco music” propinataci da un “disc jockey” alla consolle, Verdiana era in blusa leggera bianca e pantacollant aderenti grigio scuro di ecopelle, capelli raccolti e lungo ciuffo sventolante lasciato sciolto su un lato del viso, sandali da “alta quota”, Greta in maglietta e “fuseaux” neri, estremamamente rilevatori di cosce tendenti all’”elefantesco”, giacca bianconera a strisce in stile “juventino” e capelli corti rosso acceso rasati da una parte, tacco alto anche lei. Le ragazzine in fermento strillavano a gran voce “Greta”, poi fortunatamente si è levata qualche invocazione anche a favore della “ex-rivale” di tante sfide “amiciane”. Complessivamente sono due brave ragazze, diversissime fra loro per carattere, atteggiamento, caratteristiche vocali e approccio con il pubblico. Greta, vocione possente nel canto, una presenza “rumorosa”, si è improvvisata mattatrice fin dal primo istante, conducendo il gioco e attribuendosi da sola il ruolo di “presentatrice” anche della collega, apparendo tutto il tempo molto loquace e diretta, ecco qualche frase da lei pronunciata: “Sono sostanziosa” (con autoironia) e sottolineando la notevole differenza di statura (più di una testa) fra lei e Verdiana “Siamo il gigante e la bambina”, a renderla ancora più “ruspante”, quei “grassie” e “vi ringrassio” che evocavano balere, piadine, “Romagna mia” e gare di liscio (anzi, di “lissio”), qualche battutaccia la poteva anche evitare “Ci siamo invertite … ma no, cosa pensate …invertite il microfono” e ancora, dopo che alcuni ragazzi la avevano invitata a scendere fra il pubblico “Per farlo dovrei togliermi le scarpe, ma mi puzzano i piedi”. Verdiana è uno scricciolo, apparentemente più contenuta, quando interpreta motivi dal ritmo trascinante si trasforma in un folletto che vola velocemente da un capo all’altro del palcoscenico con energia e la gioia stampata sul viso, il pubblico, un po’ freddino nei suoi confronti in partenza, dopo averla ascoltata più a lungo l’ha premiata con applausi fragorosi, la voce non manca, sorprendenti le sue “spericolatezze” quando l’ha lanciata arditamente su note altissime senza temere stecche, tralasciando il suo attuale repertorio che è tipicamente “amiciano” e stucchevole, come quello dell’amica, ha convinto soprattutto nelle “cover”: “Bella senz’anima” di Cocciante e “Bellissima” di Loredana Bertè, una signora, di fianco a me non aveva ombra di dubbio “Doveva vincere lei –Amici-“. Gran finale con duetto in “Titanium”, dove a fondersi sono stati due timbri che non potrebbero essere più dissimili.
Greta ha dichiarato (fonte: “Mariadefilippi.Mediaset.it) che fra 20 anni si vede bene “a San Siro”, Verdiana invece, venerdì ha detto ai ragazzi “Non smettete di credere nei sogni”, il mio augurio è che queste giovanissime possano realizzarli, ma intanto la famosa definizione “Fabbrica di illusioni” data ad “Amici” incombe minacciosa …
[Articolo acura di Fede]