AudioCoop e l’Altoparlante “rispondono” alla “denuncia” di Edoardo Bennato e Sergio Caputo.


 alalto

Dopo le dichiarazioni rilasciate da Edoardo Bennato e da Sergio Caputo, in cui si parla di boicottaggio radiofonico e discografico, AudioCoop e L’AltopArlAnte si propongono per promuovere e stampare i loro brani.

Anni di tavole rotonde, discussioni, dibattiti, domande a fiumi che sfociano nel mare dell’indifferenza, pur intravedendo una boa.

Anni a dire che l’unione fa la forza anche nella musica, ad aggregare realtà mediatiche e discografiche, perché una voce in coro, sia essa diffusa da una radio o da uno strale, possa fare boato.

Audiocoop e L’Altoparlante vogliono accogliere l’appello di due dei più grandi cantautori italiani: Edoardo Bennato e Sergio Caputo.

La Radiopoli di cui parla Caputo, è niente di meno che il sistema a noi tutti ben noto. Non è un boicottaggio, ma una linea editoriale atta a spartirsi in maniera eguale la fetta editoriale, visto che il provento della vendita si è azzerato. L’aggravante è, come sottolinea il cantautore, che il tutto si è ridotto a playlist vere di 20 canzoni propinate per 6 mesi di fila. Nell’invitarvi a leggere la dichiarazione di Caputo QUI   per avere un esatto riepilogo della situazione.

Quindi L’Altoparlante – “agenzia di promozione radiofonica” – si propone per affiancarsi all’ufficio promozione di Caputo per imprimere maggiore forza alla spinta del suo singolo “A bazzicare il lungomare”.

Così come AudioCoop – “il coordinamento fra le etichette discografiche indipendenti italiane”- si propone per pubblicare, svincolandosi dalle logiche di mercato, il nuovo album di Edoardo Bennato, dopo che il cantautore partenopeo ha dichiarato che “In questo momento i giochi li fanno le radio, le case discografiche, non io. Magari a qualcuno questi discorsi sembreranno strani e mi chiederà come mai uno come me che ha fatto storia della musica in Italia, che è la storia della musica, in questo momento non può fare un album nuovo. Ebbene, che ci crediate o no la situazione è questa!”.

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