Day: gennaio 2, 2016

Oggi i funerali del rapper Primo Brown dei Cor Veleno


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Primo Brown, David Berardi  all’anagrafe, rapper trentanovenne, fondatore dei Cor Veleno, non ce l’ha fatta, se n’è andato nella notte di Capodanno, vinto da una lunga malattia, lasciando familiari, amici, fan e il mondo della scena hip hop attoniti. Appena alla vigilia di Natale il padre Mauro avrebbe scritto sul profilo social di Primo Brown, un post inizialmente riservato solo agli amici, diventato poi pubblico con le condivisioni,  che diceva: “Cari Amici di Primo, sono Mauro il suo papa’. E’ da un anno e mezzo circa che ormai e’ fuori dalla scena, in seguito a seri problemi di salute. Volevo informarvi che sta attraversando un periodo particolarmente difficile e mi occupero’ io della sua pagina Facebook da ora in poi. Ringrazio tutti per l’affetto, un abbraccio e Buon Natale a tutti, Mauro”. 

Il rapper mancava dalla scena da giugno del 2014 e tempo fa  aveva scritto: “Devo affrontare un viaggio difficile che non so dove porta, e come si ritorna indietro, devo solo farlo“.

Molte le manifestazioni di cordoglio sui social e da Jovanotti a Fabri Fibra, passando per J-Ax e Piotta, il mondo della musica si è stretto attorno alla famiglia del rapper scrivendo un ultimo saluto all’amico e collega..

Lo conoscevo fin da bambino – scrive Jovanotti – siamo cresciuti insieme, è un dolore grande”.

Ciao Primo. Ci rivediamo dall’altra parte. Riposa in pace frate” lo saluta così Fabri Fibra su Facebook, mentre J-Ax su Twitter gli augura “Riposa in pace”. Il cordoglio arriva anche da Tommaso Zanello, meglio conosciuto come Piotta, che affida a Facebook il suo ricordo, confermando anche la data dei funerali avvenuti oggi a Roma alle 12 nella chiesa Santa Maria delle Grazie.Continuerò a pensarti forte – dice Piotta – Continuerò ad ascoltarti forte. Ciao Dà, ti abbraccio… forte!”.

Roma ti piange – scrive invece il rapper e amico Jesto su Facebook – Così tanti ricordi, fai parte della mia vita. Mi hai insegnato tanto, mi hai aiutato tanto, quando ero solo un pischello disagiato. Mi hai portato con te, mi hai dato una possibilità, hai creduto in me. Non lo scorderò. Abbiamo tutti imparato da te. Questo mondo porta via i migliori. Sei e rimani un esempio per me. Ciao Fratè, Se ribeccamo presto”.

Redazione

Gigliola Cinquetti: i talent show sono già un po’ invecchiati, nel senso che la formula che propongono è già un po’ logora.


gigliola cinquetti

Protagonista di primissimo piano della storia della canzone italiana, nella quale ha lasciato un segno nel 1964, quando appena diciottenne, vinse il Festival di Sanremo   con una canzone che ha fatto  epoca: “Non ho l’età”, Gigliola Cinquetti è conosciuta ed apprezzata anche in veste di giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice. Si intitola “20.12” il suo nuovo album anticipato dal singolo “Lacrima in un oceano” (uscito il 4 dicembre ndr). Un disco in cui l’artista veronese si propone in una inedita versione “pop” come spiega la stessa cantautrice: “20.12 è la data di uscita di questo album, è una data importante per me…e cioè la data del mio compleanno. Un regalo per me che spero e vivo come un regalo per il mio pubblico. E’ un ritorno alle canzoni canzoni, è stata la cosa che ha fatto scattare la molla del progetto: facciamo un disco pop”.

Nel corso di una recente intervista comparsa su Rockol.it la cantante si è espressa sulla scena musicale contemporanea e sul cambiamento della discografia nel corso degli anni sostenendo: “Negli anni ’60 l’industria discografica veniva contestata perché le case discografiche venivano accusate di costruire i divi a tavolino; oggi, però, rimpiangiamo i grandi discografici: oggi, i miti si decostruiscono, si consumano in un attimo. E’ un meccanismo di ‘usa e getta’. Molti talenti, invece, andrebbero protetti: per costruire il divismo occorre un po’ di mistero, una vera star dovrebbe produrre fascino ed emozioni nel pubblico. Oggi si è capovolto tutto: il ‘backstage’ si è mangiato lo ‘stage’ e ci ritroviamo con cantanti che si mettono a piangere sul palco“.

E ammette di non apprezzare particolarmente i talent show : “… perché i talent, non aiutano. E secondo me i talent show sono già un po’ invecchiati, nel senso che la formula che propongono è già un po’ logora. Si ripete sempre lo stesso schema e i ragazzi che tentano di fare carriera, e che per questo devono per forza passare per i talent perché sono le uniche vetrine rimaste, guardando il talent da casa si conformano allo schema, lo assorbono ancor prima di entrare nel programma. Il vincitore che si mette a piangere dopo la proclamazione, ad esempio, è una cosa troppo prevedibile. Il bello della diretta, invece, è essere sé stessi”.

Mentre della scena pop italiana contemporanea pensa che: Molti degli artisti più in voga tendono alla petulanza. Oggi si canta meglio tecnicamente, rispetto al passato: i cantanti di oggi sono dei virtuosi, hanno delle voci un po’ finte, ma capacità tecniche che erano impensabili e anche indesiderabili negli anni ’60. Secondo me, però, per creare una magia bisogna avere qualcosa da dire: è così che anche la voce più sfiatata e afona, prendete come esempio quella di Gino Paoli, diventa seducente. Gli artisti di oggi ignorano tutto ciò, sono più bravi ma più freddi rispetto al passato”.

Ritornando al progetto discografico “20.12” è prodotto esecutivamente da Michele Muscimarro e da Loris Ceroni (produttore italiano molto apprezzato in America Latina, tanto da guadagnarsi anche nomination ai Grammy Awards) per “LELA” srl e contiene un totale di dieci canzoni “pop” in aggiunta ad una rivisitazione di “Lady Jane” dei Rolling Stones. Ha coordinato tutto il progetto Luciano Teodori, marito della Cinquetti.

Redazione

GIGI D’ALESSIO “& FRIENDS” – CAPODANNO A BARI: “ONE MAN SHOW” AUTOCELEBRATIVO CON OSPITI “COMPARSE” (31/12/2015)


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Non è riuscito a “bissare” gli ascolti del Capodanno 2014, Gi(g)gi nazionale, quando era stato capace di sottrarre una consistente fetta di pubblico a Rai1, nel consueto appuntamento con le trasmissioni-contenitore che hanno al loro interno il “conto alla rovescia” di fine anno, infatti stavolta “L’anno che verrà”, in diretta da Matera, ha surclassato la concorrenza, accaparrandosi ben 5 milioni e 565.000 telespettatori (31,46% di share) mentre “Capodanno con Gigi D’Alessio”, da Bari, 2milioni e 284.000 (17,49 di share), senza dubbio avere, precedentemente, Flavio Insinna come “competitor” era stato più alla portata del cantante napoletano, ma evidentemente Amadeus, reduce dal prolungato successo di “Reazione a catena”, si è rivelato un “osso duro” più agguerrito del previsto o semplicemente il “veglione” di Canale5 ha commesso l’errore di schierare un “cast” di artisti fra i quali, fatto salvo qualche “veterano” della musica, la componente giovanilistica era palesemente predominante,  tuttavia ha dalla sua un “target” di “audience” che, con ogni probabilità, vista l’occasione, sarà stato fuori a festeggiare e non piazzato davanti al teleschermo, contrariamente a fasce di telespettatori più “avanti” con l’età, a cui forse era consigliabile indirizzarsi con proposte adeguate, si tratta, quindi, di un risultato, in un certo senso, già in preventivo.

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Ma anche l’onnipresenza accaparratrice di Gi(g)gi, che si è impadronito del palcoscenico come fosse di sua proprietà e, anziché riservarsi un ruolo di conduttore, ha trasformato la serata in un “recital” incentrato quasi esclusivamente su di sé e sul suo repertorio di canzoni, che può anche non incontrare i gusti della maggioranza, ha contribuito ad un appiattimento e a un calo di ritmo, durante i suoi inserti, dello spettacolo. Inevitabilmente “compresso” lo spazio riservato agli ospiti, sebbene Nek, ritornato meritatamente in auge con la “hit” sanremese “Fatti avanti amore” e Dolcenera, con la sua “verve” sprizzante, visibilmente adusati al mestiere, siano riusciti a lasciare il loro tocco personale. Imbarazzante l’uscita in scena di Gianluca Grignani, sul quale l’effervescenza delle “bollicine” aveva già fatto effetto qualche ora prima della mezzanotte, tanto che non riusciva nemmeno a strimpellare una chitarra né a cantare senza prendere stecche da ridurre in macerie gli edifici circostanti e se non fosse intervenuto in suo soccorso D’Alessio chissà cosa sarebbe potuto accadere. Protratti troppo per le lunghe anche i duetti canori in spagnolo di Gi(g)gi e Jordi Coll, l’attore (e non cantante!) che interpreta un giovane prete innamorato nelle telenovela “Il segreto”, che non sapeva scucire nemmeno due parole nella nostra lingua e nel complesso deve aver annoiato abbastanza i non “ossessivi” della serie tv.

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E infine i “teen idols”: Giosada, neo-vincitore di “X-Factor” si è a malapena intravisto, Alessio Bernabei, dopo il divorzio dal suo gruppo, trovandosi a corto di brani musicali propri, è stato costretto a fare da “spalla” a Gi(g)gi, i “Dear Jack”, con la “new entry” Leiner Riflessi, invece, hanno cantato un “medley” di loro successi, il “rapper” Briga, esibizionista come d’abitudine, si è fatto addirittura i comodi suoi, lasciando il suo numero di cellulare a destra e manca, per poter inviare messaggi, ha detto, a chi, del pubblico, lo avesse chiamato, poco dopo lo scoccare del nuovo anno sono giunti, attesi impazientemente dal popolo di adolescenti che su “Twitter” continuava a protestare per il ritardo del loro ingresso, i nuovi “bimbo-fenomeni”, Benji e Fede, che almeno dovrebbero cercare di migliorare la loro pronuncia (in Italiano), visto che pigliano le “e” per “i” e quindi “lettera” è diventata “littera” (ndr “Lettera” è un loro pezzo), salvabili, come sempre,  “The Kolors”, finalmente Alex e Daniele, di solito in secondo piano, si sono “buttati fuori”, dimostrando di sapersela godere un mondo pure loro, inquadrati arrampicati sulle ballerine e con una bella bottiglia da due litri di spumante trafugata sotto l’ascella, purtroppo Stash non era in condizioni fisiche eccellenti, con tanto di febbre a 39, si è comunque esibito nelle ascoltatissime “Ok” “Everytime” “Why don’t you love me” e, in dialetto napoletano, assieme a Gi(g)gi in “Napul’è”, omaggio a Pino Daniele, con il quale suo padre aveva collaborato. Zia Mara ( Venier ndr), pur essendo fra gli invitati, è stata del tutto dimenticata fino al brindisi collettivo, in cui è misteriosamente riapparsa, senza che le si desse modo di portare la sua ventata di allegria popolaresca e ci è mancata qualche sua uscita simile all’ indimenticabile “Rocco!Rocco!”.

Altamente sconsigliabile un “Gigi D’Alessio tris”.

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Tuttavia, “se Atene piange, Sparta non ride”, infatti i “tiratori scelti” del Web hanno “scatenato l’inferno” a partire da ieri sera contro Rai1 per la clamorosa “toppata” di aver accolto, a “L’anno che verrà”, il 2016, con un minuto e mezzo di anticipo (ma non funzionava neanche un orologio?), prima, solo nel film “Fantozzi” (1975) si era osato arrivare a tanto …

by Fede