Daniel Adomako: Credo che il successo dell’artista non dipenda del tutto dalla trasmissione, bensì da chi ha attorno (management e produzione)… INTERVISTA


DanielAdomakoIntervista.jpgDaniel Adomako è il cantante ghanese vincitore finale di Itlia’s Got Talent,  grazie alla splendida ed emozionante performance di “Hallelujah” di Leonard Cohen che ha sbalordito giudici e pubblico. Recentemente è tornato sulla scena per aver pubblicato il 24 di giugno 2016 il nuovo singolo “Alive”dalle sfumature electro e afro-beat evidente frutto di un lavoro di ricerca e sperimentazione che sancisce definitivamente la collaborazione tra l’artista e la piattaforma indipendente Clockbeats guidata da Paolo Mantini e Alessandro Costantini. “Alive” dopo anni di dischi di ottima qualità come “Per Sempre” o l’album “Daniel Adomako” rappresenta la definitiva consacrazione di questo artista dal talento cristallino e particolarissima voce. Conosciamolo meglio attraverso le risposte di una intervista rilasciata a MusicMap: 

Hai partecipato a show televisivi come Italia’s Got Talent e XFactor. Cosa ti porti dietro da queste esperienze? Cosa hai imparato da questi programmi televisivi? ”Da queste trasmissioni mi porto dietro molto, la crescita a livello artistico e umano. La consapevolezza di accettare le belle cose della vita così come quelle brutte, e delle bellissime amicizie”.

Quando hai pensato che avresti avuto tutte le carte in regole per vincere lo show Italia’s Got Talent? Sei stato sempre sicuro di vincerlo, fin dall’inizio? ”Non ho mai pensato di avere le carte in regola nemmeno per accedere alle semifinali, io credevo di uscire dopo la prima puntata, come ero abituato del resto. Le esperienze precedenti partivano sempre bene, con standing ovation da parte del pubblico e poi… l’eliminazione improvvisa senza motivazione. Arrivare alla finale e vincere per me è stata una grandissima sorpresa”.

A distanza di anni, che rapporto hai con i talent show? Sei d’accordo o contrario alle solite critiche che arrivano tutti gli anni a show del genere? Cosa pensi poi del futuro dei ragazzi che vincono questi talent? ”Non sono uno che sputa nel piatto dove ha mangiato. I talent show sono semplicemente i nuovi mezzi per scoprire talenti, ormai è difficile trovare modi diversi per farsi notare dagli addetti ai lavori, anche perché il più delle volte non sono interessati a investire su un artista che non abbia un’esperienza televisiva ed un minimo di notorietà e pubblico assicurato. Credo che il successo dell’artista non dipenda del tutto dalla trasmissione, bensì da chi ha attorno (management e produzione) al di fuori dalla trasmissione. Bisogna circondarsi delle persone giuste, è una cosa fondamentale”.

Qual è stata la soddisfazione più grande in ambito artistico-musicale fino ad adesso? Hai qualche rimpianto o rimorso? ”La soddisfazione più grande è stata quella di vedere l’Italia apprezzarmi dopo la delusione di XFactor, a me non serviva la vittoria, mi sono iscritto ad entrambe le trasmissioni per capire se potevo fare questo lavoro o meno. E anche per farmi magari notare da qualche produttore interessato, e direi che meglio di così non poteva andare”.

Parlaci di “Alive”, il tuo ultimo singolo. Come mai sei voluto “virare” dal pop più classico a generi particolari come l’afrobeat? ””Alive” è il frutto di una crescita personale diciamo, sentivo la necessità di sperimentare e di evolvermi. L’afrobeat ha sempre fatto parte di me, dopotutto sono di origini africane. Ho aspettato a trovare la miscela giusta! È stato semplicemente un ritorno alle origini. Non volevo fare semplice Afrobeat, volevo creare il mio cocktail personale, qualcosa che mi rappresenti e che sia mia. Sarà che mi conosco meglio di chiunque altro (produttori e manager vari), liberarmi da tutte queste figure mi ha dato la libertà di fare quello che provo e voglio. Una cosa fondamentale per un artista direi”.

Da cosa è nata la collaborazione con la piattaforma indipendente Clockbeats / Ogopogo Records? Cosa ti ha sorpreso/impressionato di più di questa piattaforma? Ti sentiresti di consigliarla ad altri artisti? ”Conosco Paolo Mantini da moltissimi anni ormai e abbiamo condiviso moltissime esperienze, sia come amici, sia come colleghi (di fatti Paolo è stato il mio bassista). Sono consapevole fin da sempre delle sue capacità artistiche e quindi diciamo che sapevo a cosa andavo incontro. Lo stesso penso di Alessandro Costantini, pianista e compositore eccezionale e raffinato. Sapevo che noi 3 insieme avremmo dato vita ad un ottimo prodotto. Inoltre Clockbeats è il futuro, è la rivoluzione, un’idea geniale capace di aiutare artisti emergenti e già affermati. Ed io sono sempre per le novità, lo consiglierei a chiunque senza doverci pensare due volte”.

Cosa ne pensi del pop italiano attuale? ”Credo che sta migliorando di volta in volta, ma ho l’impressione che non si abbia voglia di rischiare più del dovuto. Forse per la paura che il pubblico non sia ancora pronto! Secondo il mio personalissimo parere dobbiamo osare di più, perché altrimenti continueremo a proporre tutti le stesse cose”.

Hai mai pensato di produrre un album con sfumature più elettroniche e meno “mainstream”? ”Assolutamente sì, anzi è quello che stiamo facendo, ”Alive” non è solo un singolo. È il primo passo che segna il mio nuovo percorso artistico, il primo singolo di un album nuovo e diverso”.

Quali sono gli obiettivi o i risultati che vuoi raggiungere da qui fino ai prossimi 5 anni?”Semplicemente vivere del mio lavoro, quello di cantante, acquisire di volta in volta un pubblico più vasto! Credo che sia la cosa più bella che un artista possa desiderare. Magari far cambiare idea anche a chi non mi apprezzava anni prima. Sono delle piccole ma importanti conquiste. Spero inoltre di riuscire ad emigrare anche all’estero con questo nuovo progetto, giusto per vivere anche esperienze nuove”.

Infine, puoi svelarci qualcosa del tuo prossimo super progetto artistico che è appena iniziato/partito con questo singolo “Alive”? ”È semplicemdente un ‘Conceptual Album” con una storia di fondo, e con delle novità, perché sarà una sperimentazione. Un album in cui ogni singolo brano racchiuderà un pezzo di me, della mia storia, della mia essenza”

Redazione

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