Day: dicembre 27, 2016

“TERESA CANTA PINO”, un inedito omaggio in chiave folk d’autore a Pino Daniele, in uscita il 13 GENNAIO


 TERESA DE SIO

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IL 13 GENNAIO ESCE

TERESA CANTA PINO

Un inedito omaggio in chiave folk d’autore

A 5 anni di distanza dal suo ultimo album, TERESA DE SIO torna con un nuovo progetto discografico. Il 13 gennaio esceTERESA CANTA PINO” (prodotto da Luisa Pistoia e Carlo Gavaudan per Sosia&Pistoia e da Teresa De Sio/distribuito da Universal Music),un “atto di devozione” dell’artista napoletana a Pino Daniele.

In questo disco, il mondo musicale di Teresa De Sio si fonde a quello di Pino Daniele, dando nuova vita ad alcuni storici brani del cantautore napoletano, senza stravolgerli ma immergendoli nelle sonorità tipicamente folk-rock di Teresa.

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“Teresa canta Pino” contiene 15 brani di Pino Daniele, da “‘O Scarrafone” a “Tutta n’ata Storia”, da “Quanno Chiove” a “Notte che se ne va”, riletti in chiave personale da Teresa De Sio, e 1 brano inedito, “’O jammone”, ossia “il capo”, scritto dalla stessa Teresa in ricordo dell’amico e collega scomparso, da sempre visto come il più grande artista napoletano.

Pino aveva già scritto per Teresa il brano “Nanninella”, mentre si erano esibiti insieme nel 2013 sul palco del Palapartenope sulle note di “Voglia ‘e turna”, “Quanno Chiove” e “Napule è”. “Teresa canta Pino” è il primo progetto finanziato dalla CMC – Campania Music Commission, associazione ideata e presieduta dall’avv. Ferdinando Tozzi e sviluppatasi grazie all’impegno di professionisti del settore musicale e di istituzioni private. L’associazione nasce con lo scopo di valorizzare e rilanciare il territorio campano, i suoi beni culturali e le sue realtà attraverso la musica in tutte le sue declinazioni. La CMC gode non solo della fiducia della Regione Campania e delle istituzioni locali, ma anche del sostegno delle principali associazioni del settore musicale e della discografia nazionale.

Redazione

LE NOSTRE INTERVISTE: MY ESCORT


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Nati dalle ceneri dei Dardo Moratto nella primavera del 2010, a novembre 2016 pubblicano il loro primo lavoro discografico dal titolo “Canzoni in ritardo”. La produzione artistica è stata seguita da Matteo Franzan (Sara Loreni, Lost, SuperWanted, Dardo Moratto, Take away).

Ecco l’intervista al creatore della band  , Alessio, voce, piano e autore dei brani.

1) Quando hai scoperto di voler diventare cantante?
In realtà ho memoria di averlo sempre voluto, sin da piccolo. La “svolta”, se vogliamo chiamarla così è avvenuta dopo lo scioglimento della mia prima band storica e di un certo livello, i Dardo Moratto.
Avevo sempre e solo fatto i cori (ad esclusione degli Innoxia, una band seminale precedente ai Dardo), ma sia durante le registrazioni di “Primavera a gennaio” con Matteo Franzan, sia durante le tracce vocali durante alcune sessioni con Luca Pernici per quello che sarebbe dovuto essere il secondo capitolo dei Dardo, avevo ricevuto dei complimenti e certi incoraggiamenti da ambo i produttori a riguardo della personalità del mio timbro.
Questa cosa, unita alla voglia che ho sempre avuto di interpretare i brani che scrivevo mi hanno dato il “LA” per ritornare in modo più importante ad utilizzare il microfono.
2) Come descriveresti la tua musica in 3 parole?
Vera, colorata, elegante.
3) Le tue canzoni descrivono aspetti della tua vita personale?
Beh, parlo di tutto ciò che mi attraversa, dei miei ricordi, delle che su cui sento il bisogno di riflettere, di quello che penso relativamente al tempo in cui vivo.
Necessariamente descrivono anche aspetti della mia vita personale, magari non direttamente, ma si possono evincerli da ciò che scrivo e dal modo in cui lo faccio.
4) Quando canti cosa provi?
Quando ho la possibilità di cantare in una situazione congeniale, con un pubblico attento, partecipe e una situazione audio ottimale, riesco sempre a calarmi in ciò che descrivo, rivivendo ogni volta quello che mi ha portato a comporre un brano.
Mi accade lo stesso con le poche cover che di tanto in tanto scelgo di interpretare e che vesto sempre in un modo del tutto personale, cambiando spesso sia la linea melodica che gli accordi sentendole mie in tutto.
5) Come dove e quando hai iniziato la tua “carriera”?
Ho iniziato nel settembre del 1993, in una corriera che mi portava da Vicenza a Cornedo Vicentino, raccontando una bugia ad un noto (allora) chitarrista della zona.
Per non sentirmi da meno, mentii raccontando di essere un pianista, quando in realtà mi capitava raramente di pigiare 2 tasti con gli indici della mano destra e sinistra su una Casio a seguito delle attese che si verificavano a casa di un amico quando giocavamo alla modalità “torneo” di Sensible Soccer per Amiga, un vecchio e mai dimenticato videogame calcistico.
Qualche giorno dopo mi chiamò, chiedendomi se mi andava di aggiungermi alla sua band per un’apparizione alla festa di fine anno del liceo scientifico di Valdagno.

L’orgoglio mi impedii di svelare il teatrino che avevo inscenato. Costrinsi mio padre ad acquistarmi una tastiera professionale (una roland D-70) e a pagarmi delle lezioni di pianoforte.
Contemporaneamente millantai degli impegni improrogabili per un paio di mesi circa col chitarrista e mi presentai a fine novembre, sorprendentemente preparato, nella sala prove dove tutt’ora a distanza di decenni ancora suono.
Da allora non ho più smesso di accarezzare i miei amati tasti bianchi e neri.

6) A parte la musica…cosa ti piace fare nella vita?
Amo l’hiking, le passeggiate al sole, il cinema, cucinare, amo il vino (sono un sommelier), la convivialità, leggo molto e da diversi anni mi sono fortemente appassionato alla politica e all’economia, amo l’arte in genere, dalla pittura alla danza. Chiaramente per questioni di tempo e di impegni non riesco ad approfondire tutto allo stesso modo, è inevitabile, ma rimango un curioso per natura.
7) La discografia oggi va a pescare dai “talent” quanto è difficile farsi notare per chi ne sta fuori?

E’ una domanda che esigerebbe una risposta vasta, forse troppo. Io del resto non me la sentirei di parlare dando voce anche ad altre band o realtà che non conosco.
Genericamente sento di affermare che se dovessimo sottolineare dei “problemi” nel busillis “musica emergente”, mi limiterei ad un sintetico elenco:

A) saturazione del mercato. Che si parli di musica di qualità o meno, nessuno avrebbe comunque il tempo per ascoltare tutto.
B) disinteresse rispetto alla materia “cultura” da parte di gran parte del pubblico giovane. Ne consegue una fruizione piuttosto passiva e superficiale con il chiaro risultato di una predilezione verso le grandi produzioni che possono permettersi una diffusione mediatica capillare.

I talent mettono in risalto delle voci spesso eccellenti, che vestono per il 90% cover, in produzioni tirate a lucido con palchi da sogno, e pubblici sempre entusiasti.
E’ ovvio che il risultato sia un oggetto facilmente digeribile, comprensibile senza particolari sforzi e ripetibile all’infinito, cosa che di fatto sta alla base del consumismo imperante

8) E’ il talent la formula giusta per emergere?

Probabilmente, almeno in Italia, si tratta di una via per certi versi privilegiata, almeno dal punto di vista della visibilità.
Poi non posso certo entrare in merito a certi contratti capestro proposti a certi ragazzini che pur di cavalcare i sogni di gloria firmano documenti indegni.
Se dovessi ricevere delle proposte in merito potrei essere più credibile a riguardo, evito perciò di sembrare più acido di quanto già non appaia e chiudo il discorso dicendoti che probabilmente, i casi differiscono e magari esiste anche lo spazio per qualcosa di buono.

Al di là dei gusti, penso a gente come Noemi o Mengoni e mi dico che in fin dei conti da quei programmi escono anche delle cose belle e talvolta in grado di proporre sprazzi di luce, rutilanti e colmi di emozioni.

9) Un opinione sulla musica che passa in radio?
Dipende da che radio. Se stiamo parlando di grandi network, l’impressione è che non siano affatto interessati alla musica e che le canzoni siano più che altro un contorno a certi programmi di facile intrattenimento.

Ascolto di rado la radio, per lo più quando viaggio. Generalmente, dopo un rapido passare di stazione in stazione tra schifezze, banalità e grandi classici già sentiti 1000 volte, finisco col selezionare un disco o la mia fida scheda SD.

Esistono anche piccole realtà o programmi interessanti nei grandi network ovviamente, ma l’impressione è che siano mosche bianche più che altro, perse in mezzo a troppo ciarpame e destinate a nicchie geografiche limitate piuttosto che ad orari non consoni alla veglia.

Poi devo essere sincero… Mi sono disaffezionato alla radio. Dovrei iniziare una ricerca, magari sulle proposte web, trovare delle persone con proposte realmente interessanti, ma in tutta onestà, oggi non ne ho né la voglia né il tempo.
Preferisco affidarmi alle mie conoscenze, a ciò in cui casualmente mi imbatto, tra la colonna sonora di una produzione cinematografica o un rimando su youtube quando sono particolarmente ispirato.

Grazie per l’intervista

Redazione

Da David Bowie fino a George Michael, il 2016 anno nefasto per la musica


Il 2016 si avvia alla sua fine ma resterà nella storia come l’anno più nefasto per il mondo musicale dagli anni 50′ ad oggi e c’è chi azzarda dire che  c’è il rischio che  passi alla storia come l’anno della morte del “rock”. A partire dalle dolorose scomparse del rapper Primo Brown e di Natalie Cole, due artisti diversissimi tra loro, ma entrambi dotati di grandi qualità,  è iniziata, con preoccupante regolarità, una vera e propria ecatombe di grandi artisti, equamente suddivisi tra cantanti e musicisti di vari generi ed estrazioni: David Bowie, Glenn Frey, Maurice White, Keith Emerson, Phife Dawg, Prince, Leonard Cohen e Greg Lake, solo per citarne alcuni. Di seguito una lista di artisti che ci hanno abbandonato quest’anno  che chiude purtroppo col nome di  George Michael  scomparso appena il giorno di Natale.

Sgomento, dispiacere, ma come diceva  un altro grande di cui proprio quest’anno, c’è stato il venticinquesimo anniversario della scomparsa, Freddie MercuryThe Show Must Go On“.

Primo Brown (Roma, 14 giugno 1976 – Roma, 1º gennaio 2016)
Natalie Cole (Los Angeles, 6 febbraio 1950 – Los Angeles, 1º gennaio 2016)
Pierre Boulez (Montbrison, 26 marzo 1925 – Baden Baden, 5 gennaio 2016)
Otis Clay (Waxhaw, 11 febbraio 1942 – Chicago, 8 gennaio 2016)
David Bowie (Londra, 8 gennaio 1947 – New York, 10 gennaio 2016)
Glenn Frey (Detroit, 6 novembre 1948 – New York, 18 gennaio 2016)
Black (Liverpool, 26 maggio 1962 – Cork, 26 gennaio 2016)
Paul Kanter (San Francisco, 17 marzo 1941 – San Francisco, 28 gennaio 2016)
Maurice White (Memphis, 19 dicembre 1941 – Los Angeles, 3 febbraio 2016)                             Denise Katrina Matthews, conosciuta con lo pseudonimo di Vanity (Niagara Falls, 4 gennaio 1959 – Fremont, 15 febbraio 2016)
Bruce Geduldig (California, 7 maggio 1953- Sacramento, 7 marzo 2016)
George Martin (Londra, 3 gennaio 1926 – Londra, 8 marzo 2016)
Keith Emerson (Todmorden, 2 novembre 1944 – Santa Monica, 10 marzo 2016)
Frank Sinatra Jr (Jersey City, 10 gennaio 1944 – Daytona Beach, 16 marzo 2016)
Phife Dawg (New York, 20 novembre 1970 – Contea di Contra Costa, 22 marzo 2016)
Gianmaria Testa (Cavallermaggiore, 17 ottobre 1958 – Alba, 30 marzo 2016)
Giorgio Calabrese (Genova, 28 novembre 1929 – Roma, 31 marzo 2016)
Gato Barbieri (Rosario, 28 novembre 1932 – New York, 2 aprile 2016)
Leon Haywood (Houston, 11 febbraio 1942 – Los Angeles, 5 aprile 2016)
Prince (Minneapolis, 7 giugno 1958 – Chanhassen, 21 aprile 2016)
Billy Paul (Filadelfia, 1º dicembre 1934 – Blackwood, 24 aprile 2016)
Nick Menza (Monaco di Baviera, 23 luglio 1964 – Los Angeles, 21 maggio 2016)
Dave Swarbrick (New Malden, 5 aprile 1941 – 3 giugno 2016)
Christina Victoria Grimmie (Marlton, 12 marzo 1994 – Orlando, 11 giugno 2016)
Chips Moman (La Grange, 12 giugno 1937 – La Grange, 13 giugno 2016)
Henry McCullogh (Portstewart, 21 luglio 1943 – Ballymoney, 14 giugno 2016)
Charles Thompson (Springfield, 21 marzo 1918 – Tokyo, 16 giugno 2016)
Ralph Stanley (McClure, 25 febbraio 1927 – Matoaca, 23 giugno 2016)
Bernie Worrell (Long Branch, 19 aprile 1944 – Everson, 24 giugno 2016)
Lorenzo Piani (Giulianova, 27 settembre 1955 – Rimini, 14 agosto 2016)
Bobby Hutcherson (Los Angeles, 27 gennaio 1941 – 15 agosto 2016)
Toots Thielemans (Bruxelles, 29 aprile 1922 – La Hulpe, 22 agosto 2016)
Carlo D’Angiò (Napoli, 1946 – Napoli, 5 settembre 2016)
Prince Buster (Kingston, 28 maggio 1938 – Miami, 8 settembre 2016)
Bobby Breen (Montréal, 4 novembre 1927 – Pompano Beach, 19 settembre 2016)
Shawty Lo (Atlanta, 22 marzo 1976 – Atlanta, 21 settembre 2016)
Rod Temperton (Cleethorpes, 9 ottobre 1949 – Londra, 6 ottobre 2016)
Pete Burns (Bebington, 5 agosto 1959 – Londra, 23 ottobre 2016)
Bobby Vee (Fargo, 30 aprile 1943 – Rogers, 24 ottobre 2016)
Roland Dyens (Tunisi, 19 ottobre 1955 – 29 ottobre 2016)
Bap Kennedy (Belfast, 17 giugno 1962 – Belfast, 1º novembre 2016)
Leonard Cohen (Montréal, 21 settembre 1934 – Los Angeles, 7 novembre 2016)
Leon Russell (Lawton, 2 aprile 1942 – Nashville, 13 novembre 2016)
Dave Mancuso (Utica, 20 ottobre 1944 – New York, 14 novembre 2016)
Mose Allison (Tippo, 11 novembre 1927 – Hilton Head, 15 novembre 2016)
Sharon Jones (Augusta, 4 maggio 1956 – Cooperstown, 18 novembre 2016)
Bunny Foy (New York, 13 ottobre 1936 – Nizza, 24 novembre 2016)
Big Syke (Inglewood, 31 marzo 1975 – Hawthorne, 5 dicembre 2016)
Greg Lake (Poole, 10 novembre 1947 – Londra, 7 dicembre 2016)
Rick Parfitt (12 ottobre 1948 – 24 dicembre 2016)
George Michael (Londra, 25 giugno 1963 – Oxfordshire, 25 dicembre 2016)
(Panorama.it)

Redazione