DAVIDE ROSSI il figlio di Vasco: Ho sempre considerato un valore essere cresciuto con una ragazza madre…Ma lui c’è sempre stato, e non solo per telefono


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Davide è il primo dei tre figli  di Vasco Rossi,   (nato da un flirt giovanile   con Stefania Trucillo è stato riconosciuto dal rocker solo nel 2003 dopo che il ragazzo si era sottoposto di sua spontanea volontà al test del DNA. Il cantante ha poi ammesso che sarebbe stato pronto a riconoscerlo fin dalla nascita, anche se la storia con Gabri era finita, ma che a quel tempo non gli fu permesso di eseguire il test di paternità ndr) . Davide è un  attore, cantautore è anche uno dei Dj più richiesti sulla piazza. E’ nato a Pagani nel 1986  e dei tre figli è quello che più somigliante al mitico Blasco.  Dopo il diploma all’istituto Kennedy di Roma, Davide ha studiato alla scuola di cinema e Tv a Cinecittà, ma il suo aspetto da adolescente ribelle lo ha portato a lavorare con successo come attore in film e fiction tv.  Nel maggio 2014 ha regalato il primo nipote al Komandante  (attualmente Vasco è anche nonno di Lavinia, figlia del secondogenito  Lorenzo nata nel 2017  ndr).

Davide recentemente ha tracciato  un profilo del padre, denso di ricordi piacevoli e indelebili che rivelano un aspetto paterno inedito del rocker, premuroso e attento, rigido quanto basta e solo a fin di bene. L’intervista è tratta dal Il Corriere.it e inizia così

Vasco Rossi, papà rocker

Si parte da un fermo immagine di tanti anni fa «Ero piccolissimo, ho un ricordo vago dei flash nella piscina del Baia Hotel di Salerno, dove la leggenda dice che sono stato concepito. Io e mio padre stavamo giocando». L’ultima cosa bella è una istantanea datata 29 giugno 2017.«Era il giorno delle prove di Modena, che poi anche quelle sono state un concerto vero e proprio, lui è davvero un campione. Quando sono arrivato dietro il palco con mio figlio Romeo, di tre anni, papà stava salendo. In quei momenti ogni artista va lasciato tranquillo. Romeo però ha cominciato a gridare “Nonno, nonno!” e a muovere la mano per salutarlo e lui, voltandosi, ha ricambiato alzando la sua. È una scena che mi ha riempito il cuore». 

Un padre non convenzionale

«Ho sempre considerato un valore essere cresciuto con una ragazza madre (Stefania Trucillo, ndr). Ma lui c’è sempre stato, e non solo per telefono. Mi ha ascoltato ogni volta che ero in crisi, mi ha richiamato tutte le volte che trovava un mio messaggio in segreteria, perché ai tempi il telefono lo teneva perennemente spento, solo adesso lo lascia acceso e squilla. Non mi ha mai fatto mancare niente».

«Ammetto di averlo fatto penare abbastanza… Quando infine gli ho dato la notizia che io e la mia compagna Alessia stavamo aspettando Romeo, mi ha un po’ spiazzato: disse che era arrivato il momento di prendersi le responsabilità. Lì per lì avrei preferito un abbraccio. Poi, quando sono diventato padre anch’io, ho capito cosa intendeva. Io però con mio figlio sono molto presente: ci gioco, lo cambio, lo porto al parco. Non ho mai pensato che queste cose mi fossero mancate, ma ora sento di doverle a Romeo, e anche a me».

La notte passata a giocare a Risiko

 Sorride di quella volta che il rocker lo andò a prendere a scuola: «Facevo le elementari al San Giuseppe, a Roma. Tutta la scuola uscì fuori, e lì ho capito perché non veniva mai… Ero orgoglioso». Dei cinque anni passati in Costa Azzurra, con il nuovo compagno della mamma, (padre di sua sorella Alessandra), non può scordare quando Vasco lo raggiungeva in barca. «Una volta trascorremmo due giorni insieme e con lui imparai a giocare a Risiko. C’era anche Luca (il terzogenito, dopo Lorenzo, nato dall’attuale moglie Laura Schmidt, ndr) che a un certo punto andò a dormire. Noi, invece, restammo svegli tutta la notte a giocare, c’era pure Roccia, una delle sue guardie del corpo».

Il primo libro: «Siddhartha»

È stato il padre a introdurlo alla lettura. «Cominciò con Siddhartha. I libri me li mandava o me li dava di persona quando ci vedevamo. Uno che mi ha molto colpito è In un milione di piccoli pezzi, di James Frey. L’ultimo è L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón». Durante l’adolescenza, oltre ai romanzi, arrivavano pacchi di autografi. «Li dovevo smistare agli amici dei miei amici. Non tanto ai compagni di liceo dello Chateaubriand, riservatissimi, ma ai conoscenti. Per i ragazzi della mia comitiva non ce n’era bisogno: loro venivano con me sotto palco ai concerti». Il suo primo, però, lo vide in tribuna, allo stadio San Siro di Milano, con la mamma e un’amica. «Fu l’unico. Erano i tempi in cui vivevo in Francia. Fu una sensazione bella e surreale».

Vasco Rossi, papà rocker
Nessun veto, e il regalo più bello

Veti, il padre, non gliene ha mai posti. Non gli ha mai detto no categorici o sì definitivi. «Voleva che ci arrivassi da solo. È stato ferreo solo sulle droghe più pesanti, come l’eroina». Di regali nel tempo ne sono arrivati tanti. «Per i miei 18 anni la macchina: ne volevo una sportiva, lui scelse il Suv perché, disse, “Non ti regalerò il mezzo per ucciderti”». Ma oggi considera il regalo più bello una cornice d’argento. «Me la diede per metterci una foto di Romeo. E infatti ci sono io che suono il piano con il piccolo sulle spalle. Quando la vedo penso che racchiuda tutto: mio padre, me e mio figlio». Qualche anno fa, invece, lo ha sorpreso lui con un paio di occhiali Persol. «Li avevo comprati per il suo compleanno. Erano della collezione Steve McQueen in edizione limitata: li scelsi neri con le lenti blu per lui e marroni per me». Piccoli oggetti che uniscono.

Un nuovo progetto

Il brano di Vasco che preferisce è Canzone. La intona. «Nella sua semplicità è un capolavoro, poesia pura».

In autunno anche Davide si metterà alla prova con un progetto cantautorale. «Sono dieci anni che scrivo canzoni, per Valerio Scanu ne ho già firmate quattro». Non lo manda papà. «È una cosa solo mia, non ho voluto coinvolgerlo. Però spero tanto che gli piaccia».

[Fonte: Il Corriere.it]

One comment

  1. Spero che Davide nonostante stia lavorando ad un progetto suo continui a collaborare con Valerio ! In bocca al lupo ad entrambi !

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