Interessante intervista a Gabriele Ciampi, musicista italiano attivo a Los Angeles, che quest’anno è stato l’unico giurato italiano dei Grammy Awards, pubblicata dall’Ansa che verte sul Festival di Sanremo 2018 e sul caso Meta-Moro.
”In questa edizione si è molto puntato sui testi e nonostante ci sia una bella orchestra, una via di mezzo tra sinfonica e da camera, suonano solo gli archi e non c’è dialogo tra le varie sezioni. E’ un vero peccato che sia così poco sfruttata, privilegiando invece nelle canzoni la ricerca del testo e una melodia di impianto più commerciale.
La cosa a mio avviso quasi surreale è che i rischi maggiori dal punto di vista musicale li abbiano presi Max Gazzè e Ornella Vanoni. Dovrebbero essere i giovani ad osare di più”.
“(a proposito del caso Ermal Meta-Fabrizio Moro): L’ufficio legale si è espresso, ma certo l’idea del Festival di Sanremo che si distingue da tutti gli altri perché porta in gara un inedito, qui è venuta pericolosamente meno. Ho analizzato gli spartiti delle due canzoni e ‘Non mi avete fatto niente’ aveva 4 o 5 note, del resto per stessa ammissione degli autori, riprese dalla canzone precedente. A mio avviso è un campanello d’allarme da non sottovalutare, perché il brano dovrebbe essere totalmente inedito”.
“Bisognerebbe affiancare ad una giuria popolare una giuria tecnica di 10 elementi, dieci veri esperti musicali, che dovrebbero analizzare a monte sullo spartito, ovviamente insieme al direttore artistico, ogni canzone. Se fosse accaduto questo si sarebbero accorti che in ‘Non mi avete fatto niente’ c’erano quelle note già usate e non ci sarebbe stato nessun caso, semplicemente (Ermal Meta e Fabrizio Moro) non sarebbero stati ammessi. Serve più competenza tecnica nella giuria di selezionatori”.
“Se si punta solo sul testo e non sulle voci e sulla qualità della musica è difficile arrivare a riportare la musica italiana all’estero come dovrebbe fare il festival di Sanremo. Domenico Modugno, che noi ricordiamo per le parole, in realtà è stato un grande innovatore musicale e ha fatto cose che nessuno aveva mai fatto prima”.
“Gli Oscar della musica italiana non si possono limitare ad inseguire la moda, magari puntando su testi a sfondo sociale e politico e basta”.
da Ansa