Direttamente dalle hit-parade discografiche, arriveranno allo Spazio Giovani de Le Giornate del Cinema Lucano a Maratea – Premio Internazionale Basilicata, Fabio Rovazzi, Achille Lauro e Mike Bird. Tre imperdibili appuntamenti, condotti dalla Giornalista -Direttore del Roma Web Fest- Janet De Nardis, che offriranno un interessante ritratto dei nuovi beniamini del grande pubblico.
Si parte mercoledì 25 luglio, alle 21.45 circa, con Mike Bird. Conosciuto anche come Michele Merlo o CinemaBoy, l’artista vicentino dopo essere stato lanciato lo scorso anno dal talent-show di Canale5 “Amici di Maria De Filippi”, di recente ha ottenuto un buon riscontro con il brano “Tutto per me“, prodotto da Federico Nardelli che per lui ha realizzato anche il suo album d’esordio.
Venerdì 27 luglio, intorno alle 21.30, sarà la volta di Lauro De Marinis, in arte Achille Lauro. Il 28enne rapper romano, che ha preso parte all’ultima edizione dell’adventure-game di Rai2 “Pechino Express”, ha già all’attivo quattro album e un EP, tutti baciati dal grande successo commerciale.
Dulcis in fundo, sabato 28 luglio, alle 21.30 circa, salirà sul palco dello Spazio Giovani uno dei cantanti del momento: Fabio Rovazzi. L’acclamato youtuber, che negli ultimi anni ha conquistato svariati Dischi di Platino per le vendite dei suoi singoli, nel corso della sua breve ma brillante carriera ha duettato con colleghi affermati del calibro di Gianni Morandi, Al Bano, Nek ed Emma Marrone. Quest’anno, inoltre, Rovazzi ha debuttato come attore protagonista del film di Gennaro Nunziante “Il vegetale” con Luca Zingaretti e nella serie TV di Sky Atlantic “The Generi”, ideata da Maccio Capatonda e prodotta da Marco Belardi. Tutti e tre gli incontri, a ingresso libero, si terranno all’interno dell’Hotel Santa Venere sito in località Fiumicello.
Il brano, title-track del più recente lavoro discografico della band, riassume, ora anche con le immagini, la tematica del disco
Da oggi è disponibile in rete “Misantropi felici”, l’ultimo videoclip dei Pennelli di Vermeer che dà il titolo al disco prodotto dall’etichetta discografica Soter e distribuito dalla Believe Distribution Service. Un vero inno alla bellezza dell’amore, della natura e non solo. Una canzone che già dal titolo indica una direzione opposta a quella più percorsa di questi tempi.
Ricorre l’immagine dell’albero solitario, misantropo felice proprio come i protagonisti, che si muovono all’ombra di esso. Al pari di un albero, che cambia foglie ma conserva le radici, gli uomini devono cambiare le proprie idee ma conservare i principi. “In questo brano – spiega Pasquale Sorrentino, frontman del gruppo e autore del pezzo – c’è tutta la poetica dei Pennelli di Vermeer: il ripudio di ogni conflitto, la difesa della madre terra e la necessità, a dispetto del significato di misantropia, di costruire e vivere spazi condivisi dove regalare sorrisi e stare in armonia”.
Le riprese di Danilo Marraffino, con la regia di Enzo Usiello, immortalano la città fantasma di Conza della Campania, epicentro del terremoto del 1980, dove alle invadenti pale eoliche dispiegate lungo le dolci colline, i Pennelli di Vermeer (Pasquale Sorrentino, Stefania Aprea, Giuseppe Dardano, Michele Matto, Marco Sorrentino) contrappongono girandole colorate che simboleggiano la ciclicità della vita, le stagioni che passano e al contempo l’invito a guardare il mondo con gli occhi di un bambino.
La band è formata da Pasquale Sorrentino (voce e chitarra acustica), Stefania Aprea (voce e chitarra acustica), Michele Matto (basso), Marco Sorrentino (rullante e cassa) e Giuseppe Dardano (chitarra elettrica).
Massimo Giletti in una lunga intervista al periodico “In famiglia” si dice soddisfatto della prima stagione di “Non è l’Arena” su La7, ha parlato del faccia a faccia con Fabrizio Corona e ha svelato un retroscena su Fabrizio Frizzi: “la Rai non lo voleva più ”.
Giletti, 52 anni, racconta alla rivista: “Ho messo da parte la sofferenza per essere stato costretto a scegliere un’altra strada che mi consentisse di continuare a fare il mio lavoro. Amo la Rai e l’amerò sempre. Su La7 sono libero. Cairo è un editore che non ti chiede nulla se non di fare ascolti. E’ importante per chi fa inchieste, come nel mio caso, sapere che deve solo fare il suo lavoro e bene. E’ una garanzia che non tutti possono darti”.
Poi il ricordo di Fabrizio Frizzi: “Siamo cresciuti insieme e per me è stato molto complesso superare quanto accaduto. Era una persona perbene in un mondo dove essere perbene è sempre più difficile. Il nostro rapporto si basava sull’onestà e serietà. Ci siamo confidati nei momenti difficili che anche lui ha vissuto quando la Rai non lo voleva più. Ci sono situazioni che la gente dimentica, ma io no”.