Loren, il figlio di Lory Del Santo scomparso suicida un mese fa anche se la notizia è venuta alla luce solo da qualche giorno nel corso di una intervista a Verissimo, era affetto da «anedonia».
L’anedonia non è una malattia, bensì il segno di un disturbo psichiatrico grave, che può essere depressione maggiore o la fase depressiva del disturbo bipolare.
«Nella diagnosi di depressione maggiore deve essere presente almeno uno di questi due sintomi chiave: deflessione dell’umore e anedonia – spiega Giancarlo Cerveri, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Psichiatria ASST di Lodi -. La deflessione dell’umore è un profondo grado di tristezza, un senso di sofferenza interiore che porta il soggetto a non reagire agli stimoli della quotidianità. L’anedonia invece è l’incapacità di provare piacere per le cose della vita, una sensazione terribile e sconfortante di vuoto. Ogni giorno abbiamo bisogno di cose che ci danno gratificazione e piacere, pensiamo anche solo al caffè di mattina appena alzati: per capire cosa prova chi soffre di anedonia bisogna immaginare che ognuna di queste piccole o grandi cose piacevoli perda totalmente senso. In questo modo tutto è possibile e lo stesso attaccamento alla vita rischia di diventare molto tenue, aumentando il rischio di comportamenti autolesivi. Ci sono anche pazienti depressi che soffrono di anedonia e non presentano deflessione dell’umore».
«Non sempre – sottolinea l’esperto -. Esiste una condizione specifica per alcuni soggetti con patologia psichiatrica e prevenire il rischio suicidario non è semplice. A volte non bastano nemmeno i farmaci».
Redazione