anniversari

CS_”Cose Nostre” ricorda Paolo Borsellino


Le parole e la figura del magistrato antimafia

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In occasione del trentesimo anniversario della strage di via D’Amelio, lunedì 18 luglio, intorno alle 23 su Rai 1 “Cose Nostre”, il programma ideato e condotto da Emilia Brandi che si occupa di storie di criminalità organizzata, dedica una puntata alla storia di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso il 19 luglio 1992 con cinque uomini della sua scorta. “La paura c’è sempre, ma l’importante è che insieme alla paura ci sia il coraggio”, diceva Borsellino nel 1990, sotto scorta da dieci anni. Già sapeva di essere nel mirino, e aveva perso tanti colleghi e collaboratori, lungo gli interminabili anni 80 di Palermo. Una mattanza che aveva inghiottito gli uomini migliori delle istituzioni, tra poliziotti, magistrati, carabinieri, uomini politici. Il volto di Borsellino cambia col passare del tempo, la sua voce nelle interviste è sempre più incerta e commossa. Racconta la stagione del maxiprocesso di Palermo, le storie di Boris Giuliano ed Emanuele Basile, gli anni di Marsala, le polemiche per la fine del pool. Fino alla strage di Capaci, il momento in cui viene ucciso l’amico e collega Giovanni Falcone e per Borsellino inizia un drammatico conto alla rovescia. I 57 giorni che separano le due stragi vedono Borsellino rabbioso e preoccupato, come si evince dal discorso che fece agli scout a un mese dalla morte di Falcone. Il giudice lavora a testa bassa sulle sue inchieste e rilascia interviste dove alla tenerezza dei ricordi si mescolano l’angoscia per il futuro e la determinazione ad andare fino in fondo.

CS_BOB MARLEY Da 40 anni il poeta del reggae non c’è più, ma la sua musica non se n’è mai andata


Bob Marley - YouTube

Si racconta che le sue ultime parole, rivolte al figlio Ziggy furono: «il denaro non può comprare la vita». Bob Marley morì la mattina dell’11 maggio 1981 al Cedar of Lebanon Hospital di Miami, il cancro non gli aveva permesso di vedere per l’ultima volta la sua Giamaica. Il decorso era stato purtroppo velocissimo: nel corso di un tour aveva avuto un collasso a Central Park e dopo un drammatico ricovero in una clinica di Monaco di Baviera specializzata in malattie terminali aveva deciso di tornare a casa. Ma le sue condizioni peggiorarono in volo e così fu costretto a trascorrere le sue ultime ore nell’ospedale di Miami. Aveva solo 36 anni.

Anche a 40 anni di distanza dalla sua morte così prematura, l’icona di Bob Marley continua a irradiare la sua potenza. Basti pensare che, in onore della sua sfrenata passione per il calcio, l’Ajax, la leggendaria squadra di Amsterdam i cui tifosi da anni usano ”Three Little Birds” come inno, nella prossima stagione utilizzerà una terza maglia speciale decorata in suo onore con i colori della bandiera della Giamaica. Sotto molti aspetti Tuff Gong, il soprannome che si era guadagnato nelle strade di Trenchtown, il ghetto di Kingston la capitale e maggiore città giamaicana dove era cresciuto, è una figura unica nella storia musicale e non solo del ‘900: figlio di un padre bianco e di una ragazza nera, da “mezzo sangue” discriminato è diventato un leader politico e spirituale per la Giamaica, è stato la prima super star della musica del terzo mondo, è difficile trovare nelle cronache della musica popolare un personaggio che sia riuscito a trasmettere un simile messaggio di fratellanza e di pace, a rendere così chiara la capacità trascendente di un concerto.

Marley ha compiuto con il reggae un’operazione paragonabile all’opera di evoluzione e popolarizzazione svolta dai Beatles sul Pop: per essere brevi il mondo ha scoperto e ha imparato ad amare il Reggae grazie a lui, alla sua abilità nel fonderlo con altre musiche, alla sua straordinaria capacità di renderlo un linguaggio universale e immediatamente comprensibile a tutti. E ancora attualissimo, visto che i suoi dischi, che coprono un arco temporale che va dal 1965, esordio con i Wailers, al 1980, continuano a finire in classifica ad ogni ristampa. Una vicenda così non può essere spiegata soltanto con argomenti musicali: è chiaro che Bob Marley ha compiuto con il Reggae un’opera di allargamento dei confini di genere arricchendolo di echi Soul e Pop, ma al di là del suo talento artistico e dei musicisti che suonavano e collaboravano con lui, era la sua personalità di leader naturale a fare la differenza, rendendolo davvero un artista che aveva una missione dove una profonda religiosità, era un convinto rastafari, si sposava con un’altrettanto profonda coscienza politica in una piccola isola devastata dalla povertà e dalla violenza tipiche di quei Paesi che sono formalmente indipendenti ma che in realtà rimangono prigionieri delle regole del più cinico colonialismo.

Questo impegno rischiò di costargli la vita nel 1976, quando già i suoi brani erano in testa alle classifiche di mezzo mondo, in un attentato in cui lui riportò ferite lievi ma sua moglie Rita e il suo manager furono colpiti in modo grave. Dopo un breve periodo a Londra, due anni dopo e proprio grazie a Marley, andò in scena One Love Peace Concert, un evento organizzato per tentare di porre fine a una guerra civile di fatto tra i sostenitori dei due principali partiti, il Jamaica’s Labour Party e il People’s National Party, culminato con i due leader nemici sul palco convinti proprio da Marley a stringersi la mano. In quella musica apparentemente semplice, scandita dal ritmo in levare e da una ritmica che vive di un gioco di spazi tra la batteria e le linee di basso, c’è un altrove che l’ha resa un linguaggio universale, che quasi per osmosi ha stabilito un contatto tra i suoni del Sud del Mondo ma al tempo stesso ha messo radici profonde nella musica degli anni a venire, dalle operazioni più sofisticate ai prodotti commerciali.

L’Italia ha amato profondamente da subito Bob Marley e il reggae, assimilando nell’anima collettiva quel messaggio di pace, amore, uguaglianza, libertà. C’è una data che riassume questa storia straordinaria: il 27 giugno 1980. Dopo il buio degli Anni di Piombo, dopo il lungo periodo in cui l’Italia era stata cancellata dalla mappa dei tour internazionali per ragioni di sicurezza, San Siro, la Scala del calcio, apriva le sue porte alla musica per il Profeta del reggae. Ufficialmente c’erano 80mila persone, ma probabilmente erano di più: tutti erano li per vivere insieme un rito di fratellanza collettivo che ha segnato per sempre la storia della musica dal vivo del nostro Paese e la vita di chi c’era. Ad aprire il concerto era stato Pino Daniele che incontrò Marley nel backstage e gli rivolse un complimento che solo grazie alla potenza del dialetto riassume un’avventura così straordinaria: «Bob! Si gruoss!» (Bob sei un grande). (La Stampa)

CS_Steve Jobs: una canzone commemora i 10 anni del celebre discorso “Stay hungry, stay foolish”


 Steve Jobs: una canzone commemora i 10 anni del celebre discorso “Stay hungry, stay foolish”
Roma, 24 gennaio 2020 – Quest’anno ricorrono due importanti anniversari legati a Steve Jobs: il 27 gennaio ricorrono i 10 anni da quando ha lanciato l’iPad e il 12 giugno ricorrono i 15 anni da quando ha pronunciato agli studenti dell’ Università di Standford la famosa frase “Stay hungry, stay foolish…”.Una frase simbolo, che racchiude energia e speranza per chi seguendo il suo esempio si è cimentato e continua a cimentarsi ogni giorno per progredire e avanzare nella vita.Steve Jobs in tutti questi anni è diventato il simbolo, per diverse generazioni, di progresso e voglia di fare, promotore di grandi cambiamenti.Un genio che ha illuminato il mondo con le sue intuizioni e che continua, a distanza di anni, a spronare tanti con il suo esempio di vita.A ricordare il grande genio della Apple con una canzone 3 artisti italiani: Umberto Zanardi autore, Luigi D’Alba compositore e Claudio Loda, musicista, insieme alla splendida voce della cantautrice italo-maltese Kel Moncado.Una canzone che nasce dal celebre discorso “Stay hungry, stay foolish” di Jobs all’Università Stanford rivolto ai laureandi, e  che divenne famoso in tutto il mondo per la sua chiarezza, semplicità e profondità.Il discorso era formato da 3 storie legate ad eventi molto personali della sua vita da cui lui ha tratto degli insegnamenti che ha voluto condividere (si può provare a cercare su YouTube il video “Siate affamati, siate folli” per ascoltare lo spettacolare discorso).Tale discorso terminava appunto con la frase e il consiglio “Siate affamati, siate folli”.Qui un frammento tratto dal discorso di Standford:” Il nostro tempo è limitato per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro.Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo risultati del pensiero di altre persone.Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore.E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione.In qualche modo essi sanno cosa vogliamo davvero diventare.Tutto il resto è secondario”.(Steve Jobs, Standford 2005)A celebrare oggi questo grande discorso il brano cantato dalla cantautrice italo-maltese Kel Moncado, con autore Umberto Zanardi, Luigi D’Alba compositore e Claudio Loda, musicista, disponibile su Youtube al link www.youtube.com/watch?v=JZ-91NjpIq4.  Il video dedicato a “Stay hungry, stay foolish” di Steve Jobs (www.youtube.com/watch?v=JZ-91NjpIq4) :https://www.youtube.com/watch?v=JZ-91NjpIq4

Redazione

FEDEZ&JAX l’ultimo concerto del Tour a La Maddalena, si chiude con un trionfo: 20mila persone in piazza.


Definire “successo”  quello ottenuto dal concerto di  Fedez&Jax  ieri a La Maddalena sarebbe davvero un eufemismo! 20mila persone accorse da ogni “dove” della Sardegna hanno risposto al richiamo del ritmo incalzante di “Comunisti col rolex” trasformando i festeggiamenti  per i 250 anni dalla fondazione di La Maddalena in un momento decisamente epico che  lascia   un segno importante nella storia dei live della località sarda. Per i due rapper, arrivati all’isola a bordo di un veliero, folla delle grandi occasioni, bambini accompagnati dai genitori, ragazzi, trentenni e quarantenni, a migliaia hanno invaso la piazza Umberto raggiungendo l’arcipelago con vari mezzi di trasporto fin dalle prime ore del mattino.

Come riportato da varie testate giornalistiche e siti web, J-Ax e Fedez,  arrivano a bordo di un veliero verso le 21,30 mentre sul palco Madh (secondo classificato ad XF nel 2014 ndr) scalda la folla. Oltre  mezzora dedicata  ai fan per  autografi e foto e poi, in anticipo rispetto alla scaletta, poco dopo le 22  i due rapper   sono sul palco, infiammando il pubblico fin dalle prime note del primo brano Senza pagare.

Lo straordinario afflusso di appassionati della “coppia d’oro” della musica italiana  ha imposto un importante lavoro di preparazione, a garanzia della sicurezza, che si è svolto in sinergia fra l’amministrazione comunale e tutti i soggetti interessati, istituzionali e privati, coordinamento perfettamente riuscito, grazie al quale gli spettatori hanno potuto vivere  l’evento con serenità.

Per J-Ax e Fedez resta un’estate da ricordare: “Senza pagare” è ancora il singolo più venduto, il video ha oltre 41 milioni di  visualizzazioni e il tour  con l’ultimo concerto a La Maddalena, si è concluso con un autentico trionfo.  

Redazione 

 

 

 

 

 

 

 

In radio “PICCOLA KATY”, storico brano della band riadattato a cinque voci che anticipa l’album “POOH 50 – L’ULTIMA NOTTE INSIEME”, in uscita il 16 settembre!


pooh

CRESCE L’ATTESA PER

“POOH 50 – L’ULTIMA NOTTE INSIEME”

L’ALBUM IN USCITA IL 16 SETTEMBRE

ANTICIPATO DAL NUOVO SINGOLO

“PICCOLA KATY”

Uno dei più celebri successi della band riadattato per la prima volta a cinque voci

DA DOMANI IN RADIO

POOH1

 

Dopo il grande successo dei singoli storici “Pensiero”, “Noi due nel mondo e nell’anima” e “Chi fermerà la musica” e del brano inedito “Ancora una canzone”, da oggi venerdì 2 settembre, è in rotazione radiofonica “PICCOLA KATY”, lo storico brano dei POOH riadattato a cinque voci che anticipa l’album “POOH 50- L’ultima Notte Insieme”, in uscita il 16 settembre e già in preorder su iTunes.

Il triplo album, presentato da F&P Group A1 Entertainment e distribuito da Sony Music, raccoglierà le immagini e i brani di “REUNION – L’ULTIMA NOTTE INSIEME” oltre ad alcuni brani inediti per immortalare e far rivivere al pubblico l’emozione dei grandi eventi negli stadi e uscirà nelle seguenti versioni: 3 CD con la registrazione del concerto negli stadi con inediti e 50 canzoni, 3 CD + DVD con la registrazione del concerto negli stadi con inediti e 50 canzoni + il DVD del concerto di San Siro Milano.

Inoltre, il 30 settembre usciranno le seguenti versioni: BOX 5 Vinili con la registrazione del concerto negli stadi con inediti e 50 canzoni, 5 diverse copertine ognuna raffigurante i componenti della band, la versione 3 CD + 1 DVD del concerto di San Siro + 1 DVD DOCUFILM con immagini inedite del backstage del concerto + LIBRO DI 100 PAGINE con interviste e foto inedite e, in esclusiva su Amazon, la versione da collezione numerata P.U.L.S.E Limited Edition.

Cresce l’attesa anche per i prossimi appuntamenti live che vedranno i Pooh protagonisti l’8, il 9 e l’11 settembre all’Arena di Verona (già sold out) e dal 4 settembre nei principali palasport italiani. Queste le date ad oggi confermate: il 4 settembre al 105 Stadium di Genova, il 13 settembre alla Fiera di Bergamo, il 28 e il 29 ottobre al Pala Sele di Eboli – Salerno, l’1 e il 2 novembre al Pala Florio di Bari, il 4 novembre al Palalottomatica di Roma, l’8 novembre all’Unipol Arena di Bologna, il 9 novembre all’Adriatic Arena di Pesaro, l’11 e 12 novembre al Mediolanum Forum di Assago – Milano, il 14 e 15 novembre alla Kioene Arena di Padova, il 18 e 19 novembre al Nelson Mandela Forum di Firenze, il 21 novembre alla Fiera di Brescia, il 25 e il 26 novembre al Pala Alpitour di Torino.

I biglietti sono disponibili in prevendita su Ticketone, prevendite e punti vendita abituali (info: www.fepgroup.it).

 

 I festeggiamenti per il Cinquantennale termineranno ufficialmente il 31 dicembre.  

Redazione 

 

RAI FESTEGGIA LUCIO DALLA Radio2, la renuion è a Via Asiago


lucio dalla
Lucio Dalla, il 4 marzo prossimo, avrebbe compiuto 73 anni e la Rai festeggerà anche quest’anno uno dei più grandi musicisti che siano apparsi sulla scena del secondo Novecento: lo farà insieme a  Radio Rai e Radio2 che hanno deciso di proporre, venerdì prossimo dalla prestigiosa Sala A di Via Asiago, un singolare percorso della sua carriera artistica.
Con le canzoni di Lucio Dalla sono cresciute almeno quattro generazioni di italiani e la cosa più affascinante è che le sue musiche – come quelle dei grandi artisti – continuano a vivere sulle labbra, nella memoria e nelle orecchie della gente. Anche grazie alla riproposizione dei suoi brani in radio e tv.
Tra i versi scritti da Lucio Dalla, Radio Rai ne ha scelto uno in particolare: “…Vorrei entrare dentro i fili di una radio…”. Ed è proprio questo il titolo della serata che verrà proposta con la complicità dei tanti artisti e personaggi della cultura e dello spettacolo che hanno deciso di dare vita ad una ‘reunion’ che non sarà solo un omaggio ad un grande artista scomparso ma anche la testimonianza di ciò che accade tutti i giorni ad ognuno di noi, dove è facile ascoltare e cantare ‘Anna e Marco’, ‘Futura’ piuttosto che ‘4.3.43’, ‘La sera dei miracoli’, ‘Nuvolari’ o ‘L’anno che verrà’.  Così amici, colleghi ed inaspettati ammiratori si tramuteranno in narratori guidati da Fio Zanotti e Jimmy Villotti che con Lucio Dalla iniziarono a suonare. Tutti gli artisti daranno la loro personale, interpretazione di Lucio Dalla, ad iniziare da Gaetano Curreri che, con Paolo Fresu, riproporrà in una chiave originale ‘La sera dei miracoli’ con cui ha vinto la serata delle cover nell’ultimo Festival di Sanremo e  Radio2 – unica in Italia – trasmetterà attraverso i fili della radio emozioni dove Lucio Dalla, proprio all’interno di quei fili, è nel posto più appropriato.
Il ‘metronomo’ della serata sarà Vincenzo Mollica che darà spazio alla musica e alle parole di Ron, Fiorella Mannoia, Peppe Servillo, Gigi D’Alessio, Paola Turci, Rocco Hunt, Federico Zampaglione, Marco Masini, Caparezza, Paolo Fresu, Fio Zanotti, Jimmy Villotti, Monica Guerritore, Lina Sastri, Enrico Lo Verso, Walter Veltroni, Aldo Cazzullo, Carlo Conti e Stefano Bartezzaghi.
Alla realizzazione dello spettacolo ha collaborato la Fondazione Lucio Dalla che da tre anni si dedica completamente all’attività di svolgimento di una serie di operazioni benefiche al fine di ricordare e onorare a figura di Lucio Dalla.
La Redazione
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