band

European Metal Channel inserisce i Celtic Hills tra le migliori metal band europee


Grandi novità in casa Celtic Hills. European Metal Channel, una delle emittenti di maggiore spessore specializzate in ambito di musica estrema, in particolare heavy metal a 360°, ha inserito la band italiana dei Celtic Hills tra le migliori metal band europee. Un motivo di grande orgoglio per un gruppo tricolore che raggiunte un traguardo di notevole spessore. I Celtic Hills per la cronaca, hanno recentemente pubblicato il loro ultimo album in studio Blood Over intents.

E’ possibile vedere la puntata che consacra di Celtic Hills cliccando il link sottostante:

Redazione

C.S._GINGER BAKER Il leggendario batterista dei Cream, Blind Faith e Hawkwind è morto a 80 anni|GUARDA VIDEO


E’ morto Ginger Baker, leggendario batterista dei Cream, uno dei più innovativi e influenti della musica rock. Aveva 80 anni ed era ricoverato in un ospedale inglese. Oltre che nella sua band con Eric Clapton e il bassista Jack Bruce, ha anche suonato con Blind Faith, Hawkwind e Fela Kuti nella sua lunga carriera. Scompare così un altro componente della storica band, dopo la morte, nel 2014 di Bruce. Nel 1991, Baker è stato inserito nella Hollywood Rock Walk of Fame. I Cream si sciolsero nel 1968, d’altronde non potevano durare molto a causa delle personalità estremamente spiccate che spesso avevano difficoltà a convivere. Per gravi problemi al cuore, tre anni fa Baker era stato costretto ad annullare tutti i suoi impegni: “Questo vecchio batterista non farà più concerti, tutto cancellato. Fra tutte le cose che potevano accadere non avrei mai pensato al mio cuore”, aveva scritto sul suo blog. Più ottimista solo pochi giorni dopo: “Il medico dice che mi farà tornare a suonare“. E’ stato ricoverato in ospedale nel settembre scorso in condizioni critiche. Poi la triste notizia del decesso. (Ansa)

Redazione

#MUSICA: “COSMOPOLITAN” L’INTERNAZIONALITA’ DEI MY ESCORT!


  my escort.jpg

In perfetta linea con il titolo- che fa riferimento al famoso cocktail alcolico a base di vodka – l’ultimo singolo dei My Escort  rivela appieno l’intento e l’obbiettivo poi raggiunto, di esportare la loro musica all’estero, confermando un ‘attitudine già richiamata nei brani precedenti. Non a caso il progetto che raccoglieva un terzetto di canzoni, correlate da un cortometraggio, e intitolato “Parentesi Estive”, presentava la controparte in lingua inglese “Lost in the sun”. Scelta questa, che contraddistingue anche il nuovo “Cosmopolitan”, per la quale la versione inglese è stata scritta su richiesta di Ruslan Kvinta (uno dei produttori di X-Factor Ucraina) al fine di sostenere il provino per entrare a far parte del ramo ucraino di Eurovision 2019.
Si intuisce quindi immediatamente che il raggiungimento dei territori musicali dell’Est Europa, fa parte di un percorso coerente con lo stile e il linguaggio stesso dei My Escort, oltre che con l’immancabile desiderio di portare la loro musica ovunque nel mondo, apportando ad ogni loro composizione un’impalcatura appunto “cosmopolita in cui sonorità provenienti da stili diversi si intersecano tra di loro, pervenendo continuamente a risoluzione nuove ed esclusive. E’ questa la sensazione che si respira ascoltando l’ultimo singolo della band vicentina composta da Alessio Montagna (tastiere e voce), Luca Agerde ( al basso) e dal 2014 Daniele Trevisan (alle chitarre) e attiva fin dal 2010, l’anno della formazione. Dopo l’antologia di “Canzoni in ritardo” e “Parentesi Estive”, la band di Alessio Montagna ritorna con il nuovo Ep “L’amore non esiste”, contente tre canzoni, di cui Cosmopolitan ne è il primo estratto.

Tre sono i brani e tre sono i punti di vista da cui si osserva l’amore, cercando di interpretarlo. Invischiati da un sound travolgente, tra un R’n’b a tratti retrò che affluisce da un lieve rimando jazz, in quegli ottoni che si stagliano tra l’inciso e la strofa successiva, Cosmopolitan è un brano che si inserisce in una pluralità di spettri musicali. Tale indole rispecchia lo stesso significato del brano, dove la volontà di intraprendere un nuovo viaggio, di vivere nuove avventure, viene bloccata dalla paura che un passo in avanti, l’immersione completa in un progetto, come in una relazione,possa poi rivelarsi non corrispondente alle nostre aspettative. Il timore di soffrire, di essere addossati dal dolore per un luogo che magari dobbiamo per forza prima o poi lasciare, ci impedisce di partire e così, si preferisce talvolta restare al confine, osservando dalla frontiera, quello che potremmo vivere. D’altronde Per innamorarsi basta un attimo, ma ci vorrebbero due vite per Leccarsi le ferite… per riprendere una delle frasi più emblematiche del testo; si vorrebbe quindi dare inizio al nostro percorso, ma la consapevolezza del lungo tragitto che ci aspetta, dei possibili incidenti di percorso, di tutta una serie di deviazioni che possono presentarsi, ci immobilizza in un’incertezza devastante, rendendoci esseri inerti, incapaci di estromettere le nostre paure, La distanza è come il mare la percorro ed ho paura che non possa mai finire….”
Il passato stesso diventa un ostacolo insormontabile, tendiamo spesso a vivere proiettati in quello che è stato, misurando il futuro, oltre che il presente, con esso: Viaggiare tra i ricordi e un acceleratore che non spingo mai abbastanza…”

Ecco che allora “Ricordare”, un’azione che dovrebbe sedimentare tappe di un cammino di evoluzione, diventano spesso e volentieri l’abisso in cui affossiamo la nostra identità che vorremmo nascondere anche a noi stessi. Così, l’unica soluzione sembra rivelarsi “nell’ annegare il proprio dolore nel liquore“, per citare un altro frammento di Cosmopolitan senza accorgersi che quelle ombre che ci circondano, sono la proiezione di noi stessi e che da un punto di vista diverso, potremmo scrutare meglio e in modo più disincantato le tante componenti che ci riguardano…l’amore in primis…ma questa, è un’altra storia, che i My Escort ci racconteranno nel secondo estratto de L’amore non esiste”….

Scritto da Sonia Bellin

 

 

[COMUNICATO STAMPA] SKUNK ANANSIE In occasione dei 25 anni di carriera uscirà a gennaio un album live dal titolo ”25live@25”


 

In occasione dei 25 anni di carriera, gli Skunk Anansie pubblicheranno un nuovo album live da titolo ‘’25LIVE@25′‘ che, attraverso i brani più rappresentativi della loro carriera, esalta la loro formidabile presenza scenica. L’album sarà disponibile dal 25 gennaio 2019 in Italia per Carosello Records. Mettendo insieme le registrazioni degli esplosivi live della band nel corso degli anni, Jeremy Wheatley – collaboratore di lunga data della band – ha creato un unico grande show che celebra l’inarrestabile carriera degli Skunk Anansie e la loro importanza artistica e culturale nel mondo. I loro elettrizzanti spettacoli dal vivo sono un uragano di energia, rumore e personalità, un’esortazione a diventare parte di qualcosa di più grande cui è impossibile resistere. Formata nel 1994, la band dimostrò fin da subito un forte senso di individualità, distinguendosi dalla corrente del Britpop e dai suoi protagonisti, uomini bianchi con le chitarre: gli Skunk sono un riuscitissimo mix di influenze, razze, generi, sessualità, cultura e musica. Sono andati avanti senza alcun legame con la scena musicale del tempo, creando un loro personale suono e la loro immagine selvaggia: un agile, grintoso, politicamente impegnato “clit rock”, un termine coniato da Skin. “Come cantante donna nera era difficile imporsi ed essere accettataafferma Skinpoi salivo sul palco, facendo esattamente quello che immaginavo nei miei sogni. Lì per la prima volta mi sono sentita accettata”. “Londra negli anni 90 era un grande melting potaggiunge Ace, il chitarrista – ma non le band, che erano sempre quattro tizi con lo stesso taglio di capelli. Noi eravamo una band di persone reali. Ecco perché eravamo radicali”. Affermandosi come una delle rock band più importanti degli ultimi 30 anni, hanno posizionato parecchi singoli nella top 40 e parecchi album in top 10, vendendo milioni di album in tutto il mondo. Hanno condiviso i palchi con David Bowie e gli U2 e cantato “Happy birthday” a Nelson Mandela insieme a Stevie Wonder, Nina Simone e Michael Jackson. Mentre la scena musicale cambia e i suoni si modificano, outsider come gli Skunk Anansie hanno continuato a godere di una speciale longevità, resistendo alla prova del tempo e godendo di una spettacolare carriera internazionale da pionieri, artisti multi platino e affermandosi così tra gli artisti britannici più premiati. “Tutto ciò che è venuto fuori di buono dagli Skunk Anansie è scaturito proprio dall’essere una band che dà il suo meglio dal vivodice il batterista Mark Richardson – “Abbiamo sempre pensato che nessuno potesse sconfiggerci. Dai, cerca di abbatterci. Non lo farai”.Diventiamo vivi sul palco – concorda il bassista Cassè lì che tiriamo fuori i nostri denti”. E ”25LIVE@25” è la prova, che arriva dritta in faccia, di quanto detto, dimostrando che ci sarà sempre e solo un’unica band come gli Skunk Anansie.  (F.te Musicmap)

TRACKLIST
1. Charlie Big Potato
2. Intellectualise My Blackness
3. Because Of You
4. I Can Dream
5. Charity
6. My Love Will Fall
7. Death To The Lovers
8. Twisted
9. My Ugly Boy
10. Weak
11. Hedonism
12. I Hope You Get To Meet Your Hero
13. Love Someone Else
14. This Is Not A Game
15. God Only Loves You
16. (Can’t Get By) Without You
17. Secretly
18. Over The Love
19. Spit You Out
20. Yes It’s Fucking Political
21. Selling Jesus
22. Little Baby Swastikkka
23. Tear The Place Up
24. Squander
25. You Saved Me
26. You’ll Follow Me Down (Bonus Track)

Redazione

[COMUNICATO STAMPA] Prog Music Awards UK: PFM conquista il premio come “MIGLIOR ARTISTA INTERNAZIONALE DELL’ANNO”


PFM_foto_miglior artista internazionale dell'anno_Prog Music Awards UK.jpg

CONQUISTA L’AMBITO PREMIO COME

MIGLIORE ARTISTA INTERNAZIONALE DELL’ANNO

AI PROG MUSIC AWARDS UK 2018

PFM – Premiata Forneria Marconi, dopo un anno di grandi successi, conquista il prestigioso premio come “Migliore artista internazionale dell’anno” ai Prog Music Awards UK 2018, il contest internazionale dedicato ai maestri e alle nuove proposte della musica rock. L’annuncio ufficiale è arrivato nella notte di giovedì 13 settembre durante la cerimonia di premiazione che si è svolta all’Underglobe Theatre a Londra.

Il Premio conferma, ancora una volta, che la band non può essere semplicemente racchiusa in vecchie e consumate etichette, ma si dimostra al passo con i tempi, ben agganciata al presente.

Il premio come miglior artista internazionale dell’anno sancisce un anno di grandi successi per la rock band italiana più famosa al mondo. Un anno iniziato con la pubblicazione del loro ultimo album di inediti “Emotional Tattoos” (uscito in tutto il mondo il 27 ottobre 2017, per InsideOutMusic/SonyMusic) a cui è seguito un lunghissimo tour mondiale che ha riscosso un travolgente successo dal Giappone alle Americhe passando per il Regno Unito e ovviamente in tutta Italia.

La band inoltre è stata invitata, per la terza volta, a salire a bordo della “CRUISE TO THE EDGE” (CTTE)che partirà a febbraio da Tampa. PFM – Premiata Forneria Marconi è l’unico artista italiano che parteciperà all’evento insieme alle più grandi prog band del mondo, capitanate degli YES.

PFM Premiata Forneria Marconi è un gruppo musicale molto eclettico ed esuberante, con uno stile distintivo che combina la potenza espressiva della musica rock, progressive e classica in un’unica entità affascinante. Nata discograficamente nel 1971, la band ha guadagnato rapidamente un posto di rilievo sulla scena internazionale, entrando nel 1973 nella classifica di Billboard (per “Photos Of Ghosts”) e vincendo un disco d’oro in Giappone. Continua fino ad oggi a rappresentare un punto di riferimento. Recentemente PFM è stata premiata con la posizione n. 50 nella “Royal Rock Hall of Fame” di 100 artisti più importanti del mondo. Ed oggi l’ennesimo riconoscimento a livello internazionale come “Miglior artista dell’anno” ai Prog Music Award 2018.

Redazione

Chester Bennington frontman dei Linkin Park morto nel giorno del compleanno di Chris Cornell – lettera e video


bun.jpg

Chester Bennington è stato il frontman e cantante dei Linkin Park, band che ha venduto più di 30 milioni di copie del loro album del 2000 “Hybrid theory” (precedente nome della formazione ndr) .  Tra il 2013 e il 2015 Bennington va in tour con gli Stone Temple Pilots, e nel frattempo i Linkin Park pubblicano “The Hunting Party”, seguito da “One More Light” nel 2017 considerato dalla critica molto pop. La band va in tour, che si conclude il 6 luglio alla Barclaycard Arena, di Birmingham, dopo avere toccato anche l’Italia, agli I-Days di Monza il 17 giugno. Il cantante quarantunenne, si è impiccato nella sua tenuta a Palos Verdes, nella contea di Los Angeles, soffriva di depressione e aveva un passato di alcol e droghe,  aveva  subito abusi sessuali da bambino , viene trovato morto il 20 luglio 2017: si suicida nella sua casa californiana. Per una strana coincidenza, Bennington,  è morto proprio nel giorno in cui Chris Cornell (il cantante dei Soundgarden morto suicida a maggio ndr) di cui era stato grande amico, avrebbe compiuto 53 anni. Al funerale di Cornell,  Bennington  intonò Hallelujah di Cohen  e gli dedicò  una accorata lettera d’addio pubblicata sui social. Lascia sei figli avuti dalle sue due mogli.

“Ho sognato i Beatles la notte scorsa. Mi sono svegliato con ‘Rocky Raccoon’ nella testa e lo sguardo preoccupato di mia moglie. Mi ha detto che il mio amico era appena morto. Pensieri su di te hanno inondato la mia mente e ho pianto. Sto ancora piangendo, triste e grato per aver condiviso alcuni momenti molto speciali con te e la tua bellissima famiglia”. La dedica prosegue: “Mi hai ispirato in modi che nemmeno puoi immaginare. Il tuo talento era puro e senza rivali. La tua voce era gioia e dolore, rabbia e perdono, amore e crepacuore, tutto insieme. Suppongo che questo è ciò che siamo tutti. E tu mi hai aiutato a capirlo”. Infine concludeva raccontando di aver guardato un video in cui Cornell cantava “A day in the life, e gli era venuto in mente il sogno. “Mi piace pensare che quello fosse il tuo modo di dirmi addio. Non posso immaginare un mondo senza di te. Prego affinché tu possa trovare pace nella prossima vita. Mando il mio affetto a tua moglie e ai tuoi figli, amici e famiglia. Grazie per avermi permesso di essere parte della tua vita”.

 

Redazione 

LE NOSTRE INTERVISTE: LE RIVOLTELLE UNA BAND TUTTA AL FEMMINILE.


riv

Le Rivoltelle sono una band tutta al femminile dalla solida formazione musicale; Elena, Alessandra, Paola ed Angela sono abili musiciste che si raccontano in chiave rock, particolarmente apprezzate per le loro spettacolari performance ‘live’. Hanno all’attivo due album e due singoli, tra brani inediti di spessore sociale e cover ri-arrangiate secondo il loro originalissimo stile, su tutte “La notte”, il successo internazionale del cantautore italo-francese Salvatore Adamo. Hanno partecipato come ospiti ad importanti rassegne nazionali ed internazionali, come il MusiCultura Festival, il Festival Anime Salve, il MEI SuperSound, il RadioNorba Battiti Live, il Fiat Music Tour, il PopKomm di Berlino e la Festa delle Nazioni in Belgio. Recentemente hanno pubblicato il nuovo singolo “Auguri scomodi” che a poco più di un mese dal rilascio ha scalato la classifica Indie Music Like posizionandosi fra le prime 100. Il provocatorio videoclip viene invece selezionato da Tgcom24 per un’anteprima esclusiva che consacra il percorso rivoluzionario delle quattro ragazze rock

Le abbiamo intervistate:

Quando è iniziata la vostra carriera musicale?

 Ci conosciamo da dieci anni e da allora suoniamo insieme e crediamo in questo progetto

Come descrivereste la vostra musica in 3 parole?

Sorriso, rabbia, ironia

Cosa rappresenta la musica nella vostra vita?

 È la parte più bella delle nostre vite. è il nostro rifugio e la nostra valvola di sfogo.

Solitamente ciò che cantate coincide con quello che accade nella tua vita?

Per noi è importante essere credibili e coerenti, raccontiamo il nostro vissuto, descriviamo quello che ci sta intorno toccando temi che ci stanno a cuore

Pensi che la scelta di una professione nell’ambito musicale possa cambiare il tipo di rapporto con chi vi sta intorno?

La musica influenza positivamente tutte le tipologie di rapporto..quando è condivisa è un collante e accresce notevolmente la complicità e l’empatia tra due o più persone, quando non è condivisa funge comunque da stimolo per andare oltre i propri gusti musicali e cercare di capire l’altro anche attraverso il linguaggio musicale

Quali sono i vostri interessi, oltre alla musica?

Ognuna di noi ha un proprio mondo fatto di interessi diversi. Insieme, oltre alla musica, condividiamo la passione per i viaggi e la lettura.

La discografia oggi va a pescare dai “talent” quanto è difficile farsi notare per chi ne sta fuori?

Il successo dei talent oggi è  direttamente proporzionale alla capacità di raggiungere immediatamente e facilmente la popolarità ed è legato alle logiche di un mercato musicale in cui si privilegiano artisti provenienti da programmi tv piuttosto che dai luoghi in cui sifadavvero la musica.

E’ il talent la formula giusta per emergere? Avete mai pensato di partecipare a un talent show?

Crediamo che i talent abbiano in sé una formula che scavalca quelle che fino ad oggi sono state le Il successo dei talent oggi credo sia direttamente proporzionale alla capacità di raggiungere immediatamente e facilmente la popolarità ed è legato alle logiche di un mercato musicale in cui si privilegiano artisti provenienti da programmi tv piuttosto che dai luoghi in cui si fa davvero la musica, buoneregole di un vero musicista e cioè studio e tanta gavetta. Non amiamo molto questo genere di manifestazioni ed è per questo che non abbiamo mai pensato di parteciparvi

Un opinione sulla musica che passa in radio?

Purtroppo i grandi network radiofonici funzionano un pò come le case discografiche rispetto ai talent. Si passa in radio ciò che è più popolare o ciò che si DEVE passare!

Grazie per l’intervista.

Redazione

LE NOSTRE INTERVISTE: MY ESCORT


MY-ESCORT-620x280.jpg

Nati dalle ceneri dei Dardo Moratto nella primavera del 2010, a novembre 2016 pubblicano il loro primo lavoro discografico dal titolo “Canzoni in ritardo”. La produzione artistica è stata seguita da Matteo Franzan (Sara Loreni, Lost, SuperWanted, Dardo Moratto, Take away).

Ecco l’intervista al creatore della band  , Alessio, voce, piano e autore dei brani.

1) Quando hai scoperto di voler diventare cantante?
In realtà ho memoria di averlo sempre voluto, sin da piccolo. La “svolta”, se vogliamo chiamarla così è avvenuta dopo lo scioglimento della mia prima band storica e di un certo livello, i Dardo Moratto.
Avevo sempre e solo fatto i cori (ad esclusione degli Innoxia, una band seminale precedente ai Dardo), ma sia durante le registrazioni di “Primavera a gennaio” con Matteo Franzan, sia durante le tracce vocali durante alcune sessioni con Luca Pernici per quello che sarebbe dovuto essere il secondo capitolo dei Dardo, avevo ricevuto dei complimenti e certi incoraggiamenti da ambo i produttori a riguardo della personalità del mio timbro.
Questa cosa, unita alla voglia che ho sempre avuto di interpretare i brani che scrivevo mi hanno dato il “LA” per ritornare in modo più importante ad utilizzare il microfono.
2) Come descriveresti la tua musica in 3 parole?
Vera, colorata, elegante.
3) Le tue canzoni descrivono aspetti della tua vita personale?
Beh, parlo di tutto ciò che mi attraversa, dei miei ricordi, delle che su cui sento il bisogno di riflettere, di quello che penso relativamente al tempo in cui vivo.
Necessariamente descrivono anche aspetti della mia vita personale, magari non direttamente, ma si possono evincerli da ciò che scrivo e dal modo in cui lo faccio.
4) Quando canti cosa provi?
Quando ho la possibilità di cantare in una situazione congeniale, con un pubblico attento, partecipe e una situazione audio ottimale, riesco sempre a calarmi in ciò che descrivo, rivivendo ogni volta quello che mi ha portato a comporre un brano.
Mi accade lo stesso con le poche cover che di tanto in tanto scelgo di interpretare e che vesto sempre in un modo del tutto personale, cambiando spesso sia la linea melodica che gli accordi sentendole mie in tutto.
5) Come dove e quando hai iniziato la tua “carriera”?
Ho iniziato nel settembre del 1993, in una corriera che mi portava da Vicenza a Cornedo Vicentino, raccontando una bugia ad un noto (allora) chitarrista della zona.
Per non sentirmi da meno, mentii raccontando di essere un pianista, quando in realtà mi capitava raramente di pigiare 2 tasti con gli indici della mano destra e sinistra su una Casio a seguito delle attese che si verificavano a casa di un amico quando giocavamo alla modalità “torneo” di Sensible Soccer per Amiga, un vecchio e mai dimenticato videogame calcistico.
Qualche giorno dopo mi chiamò, chiedendomi se mi andava di aggiungermi alla sua band per un’apparizione alla festa di fine anno del liceo scientifico di Valdagno.

L’orgoglio mi impedii di svelare il teatrino che avevo inscenato. Costrinsi mio padre ad acquistarmi una tastiera professionale (una roland D-70) e a pagarmi delle lezioni di pianoforte.
Contemporaneamente millantai degli impegni improrogabili per un paio di mesi circa col chitarrista e mi presentai a fine novembre, sorprendentemente preparato, nella sala prove dove tutt’ora a distanza di decenni ancora suono.
Da allora non ho più smesso di accarezzare i miei amati tasti bianchi e neri.

6) A parte la musica…cosa ti piace fare nella vita?
Amo l’hiking, le passeggiate al sole, il cinema, cucinare, amo il vino (sono un sommelier), la convivialità, leggo molto e da diversi anni mi sono fortemente appassionato alla politica e all’economia, amo l’arte in genere, dalla pittura alla danza. Chiaramente per questioni di tempo e di impegni non riesco ad approfondire tutto allo stesso modo, è inevitabile, ma rimango un curioso per natura.
7) La discografia oggi va a pescare dai “talent” quanto è difficile farsi notare per chi ne sta fuori?

E’ una domanda che esigerebbe una risposta vasta, forse troppo. Io del resto non me la sentirei di parlare dando voce anche ad altre band o realtà che non conosco.
Genericamente sento di affermare che se dovessimo sottolineare dei “problemi” nel busillis “musica emergente”, mi limiterei ad un sintetico elenco:

A) saturazione del mercato. Che si parli di musica di qualità o meno, nessuno avrebbe comunque il tempo per ascoltare tutto.
B) disinteresse rispetto alla materia “cultura” da parte di gran parte del pubblico giovane. Ne consegue una fruizione piuttosto passiva e superficiale con il chiaro risultato di una predilezione verso le grandi produzioni che possono permettersi una diffusione mediatica capillare.

I talent mettono in risalto delle voci spesso eccellenti, che vestono per il 90% cover, in produzioni tirate a lucido con palchi da sogno, e pubblici sempre entusiasti.
E’ ovvio che il risultato sia un oggetto facilmente digeribile, comprensibile senza particolari sforzi e ripetibile all’infinito, cosa che di fatto sta alla base del consumismo imperante

8) E’ il talent la formula giusta per emergere?

Probabilmente, almeno in Italia, si tratta di una via per certi versi privilegiata, almeno dal punto di vista della visibilità.
Poi non posso certo entrare in merito a certi contratti capestro proposti a certi ragazzini che pur di cavalcare i sogni di gloria firmano documenti indegni.
Se dovessi ricevere delle proposte in merito potrei essere più credibile a riguardo, evito perciò di sembrare più acido di quanto già non appaia e chiudo il discorso dicendoti che probabilmente, i casi differiscono e magari esiste anche lo spazio per qualcosa di buono.

Al di là dei gusti, penso a gente come Noemi o Mengoni e mi dico che in fin dei conti da quei programmi escono anche delle cose belle e talvolta in grado di proporre sprazzi di luce, rutilanti e colmi di emozioni.

9) Un opinione sulla musica che passa in radio?
Dipende da che radio. Se stiamo parlando di grandi network, l’impressione è che non siano affatto interessati alla musica e che le canzoni siano più che altro un contorno a certi programmi di facile intrattenimento.

Ascolto di rado la radio, per lo più quando viaggio. Generalmente, dopo un rapido passare di stazione in stazione tra schifezze, banalità e grandi classici già sentiti 1000 volte, finisco col selezionare un disco o la mia fida scheda SD.

Esistono anche piccole realtà o programmi interessanti nei grandi network ovviamente, ma l’impressione è che siano mosche bianche più che altro, perse in mezzo a troppo ciarpame e destinate a nicchie geografiche limitate piuttosto che ad orari non consoni alla veglia.

Poi devo essere sincero… Mi sono disaffezionato alla radio. Dovrei iniziare una ricerca, magari sulle proposte web, trovare delle persone con proposte realmente interessanti, ma in tutta onestà, oggi non ne ho né la voglia né il tempo.
Preferisco affidarmi alle mie conoscenze, a ciò in cui casualmente mi imbatto, tra la colonna sonora di una produzione cinematografica o un rimando su youtube quando sono particolarmente ispirato.

Grazie per l’intervista

Redazione

LA RUA: annunciate le prime tappe del nuovo tour


Dopo l’uscita del disco SOTTO EFFETTO DI FELICITÀ

i LA RUA

lar.jpg

annunciano le prime tappe del nuovo tour

L’estate si fa rovente con i La Rua che, dopo la partecipazione ad Amici, nella squadra di Emma e Elisa, e l’uscita del nuovo album, Sotto Effetto Di Felicità, annunciano le prime tappe del loro tour.

Ecco i primi appuntamenti live confermati:

25 giugnoMagliano de’ Marsi (AQ) – Piazza della Repubblica

2 luglioPescara – Piazza Salotto

16 luglioBarolo (CN) – Collisioni Festival (supporto Marco Mengoni)

7 agostoRipaberarda (AP) – Piazza S. Maria

13 agostoRoseto degli Abruzzi (TE) – Parco del Borsacchio

15 settembreTerni – Terni On Festival

Sotto Effetto Di Felicità è il nuovo album dei La Rua uscito il 3 giugno per la Universal Music e prodotto da Dario Faini e La Rua. Il disco contiene 9 brani inediti ed è stato anticipato dallo straordinario successo del singolo Il sabato fa così, presentato per la prima volta ad Amici e già in rotazione radiofonica. Band pop/nu-folk formata nel 2004 nella provincia di Ascoli Piceno, i La Rua sono Daniele Incicco (voce e chitarre), William D’Angelo (chitarre), Davide Fioravanti (pianoforte, fisarmonica, glockenspiel), Nacor Fischetti (batteria, fx), Alessandro Mariani (chitarre, banjo) e Matteo Grandoni (contrabbasso, basso). L’immaginario della band nasce dal sodalizio artistico tra Daniele Incicco e il songwriter e produttore Dario Faini, conosciuto e richiestissimo songwriter, che negli ultimi anni ha scritto hit multiplatino per Emma, Marco Mengoni, Fedez, Luca Carboni, Annalisa e molti altri.

I La Rua nel 2012 partecipano alla finale del Festival “Voci Nuove e Volti Nuovi di Castrocaro”, classificandosi al terzo posto e ricevendo il premio MEI (Meeting Etichette Indipendenti) come miglior Band.  L’anno successivo la band risulta tra le 60 selezionate per partecipare al Festival di Sanremo 2014 nella categoria “Nuove Proposte” con il brano “Non sono positivo alla normalità”. Nel 2014 il gruppo viene scelto come candidato agli MTV Music Awards di Firenze, per la categoria “Best New Generation”.

Dalla fine dell’estate 2014 e per tutto l’inverno il gruppo è stato impegnato nella registrazione del primo album, che ha visto la luce nel 2015. Il 1° maggio dello stesso anno, la band si esibisce sul palco del Primo Maggio a Roma, aggiudicandosi la vittoria come miglior gruppo del contest 1MNEXT. Da novembre 2015 i La Rua nella scuola di “Amici di Maria De Filippi”, la loro presenza nel programma testimonia il fatto che qualità, ricerca musicale e doti compositive possono trovare spazio anche per il grande pubblico televisivo.

Redazione 

 

THE KOLORS: UN MESSAGGIO DI STASH DAL SENSO “OSCURO” METTE IN AGITAZIONE I FANS


The-Kolors-660x350

E’ apparso negli ultimi giorni su Instagram, rimbalzando in tutti i siti dei “fanclub” intitolati ai The Kolors, un messaggio dal senso oscuro e, a dire il vero, piuttosto inquietante, di Stash Fiordispino, “leader” del gruppo, che appare tuttora sulla loro pagina ufficiale di Facebook, corredato da foto “solitaria” del ragazzo, in bianco e nero (in contrasto con il nome della “band”) e che lo ritrae avvolto in un cappotto scuro (capo inusuale per lui che predilige vestirsi di pelle, anche con 0 gradi), occhiali neri e viso piegato rivolto verso terra, in cima a un piccolo pontile che si affaccia su un laghetto, ma sono state le sue parole accompagnatorie a causare pulsazioni accelerate e forse brividi ghiacciati ai suoi tanti “followers”, eccole “E’ quando ti accorgi di certe bruttezze dell’uomo che ti rendi conto di dover lottare sempre e comunque da solo!contro tutto e tutti. La verità vincerà sempre!Una crisi è tutt’altro che folle …. è un eccesso di lucidità, come diceva un caro vecchio amico”.

Com’era prevedibile, sul Web, c’è stata un’esplosione di messaggi di solidarietà e conforto per i Kolors da parte di persone di più generazioni, con partecipazione cospicua di madri e padri di famiglia, anche se le più sconvolte e in preda al panico sono apparse le ragazzine, che hanno formulato da subito le ipotesi interpretative più disparate e fantasiose del senso del discorso di Stash, tuttavia la loro preoccupazione predominante rimane che la CD possa separare i tre ragazzi, fra i quali regna un affiatamento perfetto, così come ha fatto di recente con i “Dear Jack”, non caratterizzati, invece, da un “feeling” ineccepibile, ma c’è anche qualche speranzosa che cova l’illusione che possa accadere, presto o tardi, qualche “terremoto” nella vita privata di Stash, come dire, “spes, ultima dea”.

Dal canto nostro non vogliamo azzardare illazioni di nessun genere, giacché probabilmente Stash ha voluto intenzionalmente lasciare il proprio sfogo in un’aura di indeterminatezza forse perché di più non gli era possibile dettagliare o dire, certo lascia trasparire che sta attraversando una crisi, ma nello stesso tempo, forse in ragione di essa, sta prendendo coscienza di aspetti che magari prima gli sfuggivano e poi sembra esserci di mezzo la falsità di qualcuno, di più non è dato ricavare dalla sua laconica comunicazione.

Comunque, i “fans” non disperino, forse sarà loro sfuggito che Stash, al termine del messaggio, in inglese lascia un bel “No big deal”, che letteralmente significa “è roba da poco”, segno che il “momentaccio” è destinato a rientrare di certo, si possono fidare.

by Fede