Cernobbio

Marco Carta è felice! Il 27 concerto a Cernobbio, data zero del tour che partirà in autunno – Video


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Mancano tre giorni al 27 di luglio, la data zero del tour di Marco Carta che prende il nome dal suo ultimo lavoro discografico “Come il mondo” che partirà in autunno e c’è un grande fermento nel “World Paper” manifestato sui social che fa intendere  la determinazione e la volontà dei suoi fan di raggiungere Villa Erba a Cernobbio (CO) con tutti i mezzi per fargli sentire il supporto e l’affetto e riportarlo alla ribalta come merita dando significato alla maturazione artistico-professionale avvenuta in questi anni  e alla rinnovata popolarità a seguito della sua partecipazione all’Isola dei famosi. Venerdì 22 luglio è uscito  il nuovo singolo di Marco Carta, “Stelle” ultima traccia del nuovo album “Come il mondo” che contiene, oltre al primo singolo “Non so più amare” anche i successi “Ho scelto di no” certificato ORO per le vendite e “Splendida Ostinazione”, certificato PLATINO, e il cantante dalla sua pagina facebook, è probabile per il periodo ricco di soddisfazioni si professa “Felice” e si rilassa con un bel bagno in piscina…

Ricordiamo l’appuntamento: Mercoledì  27 LUGLIO   Parco di Villa Erba a Cernobbio (il concerto rientra nel programma del Festival Città di Cernobbio ndr)

Redazione|Ponyo

 

FESTIVAL CITTA’ DI CERNOBBIO – Villa Erba, Cernobbio (CO) – martedì 12 luglio MAX PEZZALI per la prima serata del festival


FESTIVAL CITTA’ DI CERNOBBIO 2016
VIII EDIZIONE

Martedi 12 luglio
ore 21:00
Villa Erba, Cernobbio (CO)

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MAX PEZZALI

Biglietto: 40 euro, posto unico in piedi
Prevendite: LINK


PROGRAMMA COMPLETO
Festival Città di Cernobbio 2016

Dopo il successo del tour autunnale, che lo ha portato nei palazzetti delle principali città italiane, MAX PEZZALI torna con uno spettacolo dal vivo che lo vedrà sul palco di Villa Erba il prossimo 12 Luglio. Di recente Max è stato uno dei quattro giudici di “The Voice”, il talent show di Rai Due. Un artista che dopo venti anni di brillante carriera continua ad attirare migliaia di fan ai suoi concerti.

FESTIVAL CITTA’ DI CERNOBBIO – VIII EDIZIONE
MAX PEZZALI
Martedì 12 luglio ore 21:00
a Villa Erba Largo Luchino Visconti 4, Cernobbio (CO)
Biglietto: 40 euro, posto unico in piedi

Redazione

“IL VOLO” A VILLA ERBA DI CERNOBBIO (23/07/2015): “SOLD OUT” (GIA’ IN CONTO) E “GRANDE AMORE” … DEL PUBBLICO


il volo

Sto “mutando pelle” a una velocità vertiginosa, tanto da non riuscire a capacitarmene, dopo la parentesi “underground” della scorsa settimana (di cui ho detto), ieri mi sono dovuta “ricomporre” per una serata all’insegna di eleganza e “bel mondo”, quindi abitino “(misto) seta di Como” a fioroni, disegno genere Rocco Barocco (o meglio “tarocco”, l’alta moda non mi si addice), giacchino, occhiali da sole tipo Luxottica, scarpina, gioiellino Svarowski. E’ che la circostanza lo imponeva, un concerto a Villa Erba di Cernobbio, ex-proprietà di Luchino Visconti, a meno di 10 minuti di macchina dalla continuamente paparazzata Villa Oleandra di George Clooney, in una delle zone “Vip” del Lago di Como, facevano fede le lussuose “cabriolet” che sfrecciavano sulla provinciale e le tipologie di personaggi “tirati a lucido” che ne scendevano. Una volta entrata all’interno del parco, poco prima delle 20 e preso posto, ho fatto una panoramica, con lo sguardo, del pubblico e ho notato che il “range” di età rappresentato spaziava dai 30 ai 70, con consistente presenza femminile e di coppie, immancabili le “Volovers”, le “fans” adolescenti con armamentario di cartelloni, sciarpe e berretti, ad affollare le prime file, comunque non numerosissime, generalizzato l’abbigliamento sobrio, quindi signore “griffate”, sandalo gioiello tacco 12 e accessori con strass. Il colpo d’occhio alle 21 confermava il “sold out” già annunciato da tempo, traducibile in migliaia di persone, ma quantificare esattamente è arduo.

I ragazzi de “Il Volo” sono stati, devo dire, la piacevole, inaspettata, stupefacente rivelazione, ne conoscevo le doti canore, ma non potevo immaginare l’irresistibile, comunicativa, inesauribile, festosa ondata di simpatia che sono capaci di sprigionare e che investe lo spettatore; sono una riserva continua di trovate umoristiche e intermezzi divertenti, alcuni forse improvvisati, altri no e battute folgoranti catturate “nell’aria” o da spunti offerti dalla platea. Qualche esempio a caso?Piero (Barone) si è presentato sul palcoscenico per il consueto discorso introduttivo “Buonasera, Cernobbio!grazie al pubblico perché comprate i dischi, venite a sentirci, ci seguite …” ed è stato immediatamente interrotto da Ignazio (Boschetto) “Ma che atto diruffianismo’ è questo?” e l’altro “Ignazio, vai a farti una lezione di grammatica”, poi è intervenuto Gianluca (Ginoble), che, a differenza degli amici, è abruzzese “Ma questi due devono parlare sempre con accento siciliano?Siamo al Nord” e Ignazio “Io sono di Bolzano Sud”. Ignazio è praticamente un comico consumato, ha funto da presentatore, si è sostituito ogni tanto al direttore d’orchestra, ha imitato Pippo Baudo, si è spruzzato l’Autan, alla faccia dei “comparuzzi” che non lo volevano, ha spostato gli sgabelli su cui dovevano sedere i colleghi “E’facchinaggio artistico”, spariva e poi riappariva in scena con fare furtivo e canagliesco e breve “spot” autoriferito “Ignazio is back” oppure “Cà sugno!” (“Sono qua”), chiaramente tutto il “parterre” di “fimmini” sotto i 18 anni era per lui, che è sceso anche disinvoltamente fra le ammiratrici, dove, cinto d’assedio, ha abbracciato e baciato chi gli capitava a tiro.

In scaletta, vecchi successi riproposti nel loro recente cd sanremese, come “Canzone per te” di Endrigo, “Piove (Ciao ciao bambina)” di Modugno, “L’immensità” di Don Backy, “Ancora” di De Crescenzo, classici della canzone melodica italiana “Il Mondo”, “Io che non vivo più di un’ora senza te”, “Un amore così grande”, in particolare Gianluca, con accento polemico (ricordiamo i duri attacchi  rivolti al trio a Sanremo da qualche critico sputasentenze) ha ribadito “Portiamo il belcanto italiano nel mondo, per noi è motivo di orgoglio”, con la sua impostazione da “crooner”, ha cantato Elvis Presley e “My Way” di Sinatra, creando la giusta “atmosfera” per le coppie in platea. Graditissimo tributo di Ignazio, al piano, alla memoria di Pino Daniele, a cui ha dedicato “Napul’è”, “Quando” e “Chiove” e intensissima e carezzevole interpretazione, con quel suo timbro caldo, di “Memory” (ndr da “Cats). Noi del pubblico, invece, abbiamo collaborato, in veste di “coro”, per le celeberrime “O’Sole mio” “Torna a Surriento” e “Core ingrato”. Piero, da parte sua, ha sbalordito nella romanza, dalla “Tosca” pucciniana “E lucean le stelle”, cantata con voce molto potente per volume, tono, altezza, letteralmente “spaccando”, con tanto di “standing ovation”, applausi scroscianti e dei continui “Bravo!”. Apoteosi sul congedo con “Grande amore”, che ha trionfato a Sanremo 2015, intonata anche da giovanissime e signore, che poi sono corse all’assalto del palco, da dove i ragazzi hanno abbracciato idealmente tutti, io sono riuscita a stringere la mano a Ignazio e Gianluca, a cui ho lanciato un “Ciao, bello!”, mi ha sorriso.

Grande spettacolo per gli occhi, indubbiamente, ma che mira dritto al cuore.

[Articolo di Fede]

“MOTOMUSICAINSIEME” evento di beneficenza il 12 aprile a Villa Erba (Cernobbio, Como). Ospiti: Francesco Facchinetti, Davide Van de Sfroos, Paolo Meneguzzi, Fondazione Marco Simoncelli ed altri.


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L’evento di beneficenza “MOTOMUSICAINSIEME”

organizzato dall’associazione Infinity Sound

in collaborazione con la cooperativa Sim-patia

si terrà il 12 aprile a Villa Erba (Cernobbio, Como).

Ospiti: Francesco Facchinetti,  Davide Van de Sfroos, Paolo Meneguzzi,

Vanni Oddera, Daboot, Fondazione Marco Simoncelli, rappresentati del FAI, UNESCO,

ASL Como, Ospedale S.Anna

“Offrire alle famiglie, bambini, disabili e agli ex normodotati, in generale a tutti i ragazzi, una giornata indimenticabile in cui, attraverso la forza della musica e dello sport, e grazie alla bellezza di un ambiente paesaggistico straordinario, sia possibile incontrarsi,confrontarsi e superare le differenze”.

Questo è l’obiettivo di “MOTOMUSICAINSIEME” evento organizzato dall’associazione Infinity Sound in collaborazione con la cooperativa Sim-patia che si terrà il 12 aprile presso Villa Erba (Largo Luchino Visconti 4 – Cernobbio – CO – ingresso a donazione).

La giornata partirà alle 11.00 con le prove di mototerapia con i pazienti disabili, ma non saranno aperte al pubblico.  L’apertura al pubblica è prevista alle 14.00 (ingesso con offerta libera) con una performance di motocross freestyle con Vanni Oddera e Dabootall’interno del Parco di Villa Erba, mentre dalle 15.00 alle 18.00, presso il padiglione centrale si terranno i concerti Davide Van de Sfroos, Paolo Meneguzzi, Francesco Facchinetti, Alessandro Martire, Giulio Maceroni, dei bambini dell’Istituto comprensivo Breccia – Prestino e testimonianze e interventi di rappresentanti della Fondazione Marco Simoncelli, Fai, Unesco, Ospedale Sant’Anna, Asl Como – Regione Lombardia ed altri. Alle 18.30 ultimo show dedicato al motocross freestyle. Presenta Eleonora Laurito.

[by Ponyo]

GIULIANO PALMA E SIMONA MOLINARI AL “FESTIVAL CITTA’ DI CERNOBBIO” (06 E 08 AGOSTO 2014)


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Con le due serate riservate a Giuliano Palma e Simona Molinari, diversissime tra loro per “location”, composizione del pubblico e genere musicale, è calato il sipario sul tradizionale “Festival Città di Cernobbio” 2014, l’appuntamento (ci si augura) è per l’estate dell’anno prossimo.

Mercoledì 06 una folla di migliaia di persone era in piedi sul grande prato davanti a Villa Erba, all’ombra di alberi più che centenari, la fascia di età maggiormente rappresentata era compresa fra i 20 e i 40, compagnie intere di amici, qualche famiglia con figliolanza al seguito, qualcuno, più previdente degli altri, visto che l’organizzazione non “passava” posti a sedere, si era dotato, in una logica alla “do it yourself” di sedie pieghevoli da giardino e teli mare da stendere negli angoli più appartati e lontano dalla “mischia”, piuttosto turbolenta e agitata. L’irruzione di Giuliano Palma (l’“Old boy” o “The King”, com’è spesso chiamato) sul palcoscenico è stata come una corrente irresistibile di energia, elettricità e vitalità che ha attirato tutti nel vortice del ritmo, spingendo a ballare anche i più restii, nonostante il caldo, sia dell’aria, che dovuto alla ressa di corpi troppo compressi fra di loro. Uno dopo l’altro, si sono succeduti brani dal sapore “nostalgico”, resi attuali da arrangiamenti originali e ben studiati, che hanno ridato loro nuovo smalto e “assimilabilità”, fra cui le “cover” di “Testardo io” (ndr nella prima versione di “Iva Zanicchi” era, per ovvi motivi, “Testarda”), “Che cosa c’è” di Gino Paoli, “Pensiero d’amore”, già cavallo di battaglia di Mal, “Tutta mia la città” dell’Equipe84 e poi tutta una serie di pezzi in cui si è spaziato ad ampio raggio fra più generi, “reggae”, “funk”, “rock”, “rhythm & blues”, “soul” americano e “rocksteady” giamaicano, senza dimenticare il successo sanremese di quest’anno, “Così lontano”. Palma ha straordinarie qualità di intrattenitore, vulcanico e “iperattivo”, sulla scena fa letteralmente il diavolo a quattro, comprese piroette su se stesso, sforbiciate aeree e salti acrobatici, anche le battute nascono al momento dalle situazioni, come lo spunto ispirato dal flagello di fastidiosi insetti che lo stavano divorando vivo mentre cantava “Mi è rimasta incastrata in gola una zanzara, ne ho già ingoiate un paio … non ne posso più, non avete per caso una bomboletta di Autan?”. Congedo con l’indimenticabile “Messico e nuvole” del grande Enzo Iannacci, del quale Palma avrebbe tutte le carte in regola, “estrosità” in testa, per essere considerato il degno erede.

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Venerdì 08, all’interno del padiglione a vetri nel parco di Villa Erba, stavolta con gli spettatori comodamente seduti, c’è stata l’esibizione della giovanissima Simona Molinari e del suo “ensemble”, la “Mosca Jazz Band”, con un “parterre” forse meno “popolare” e, in compenso, anche in età più avanzata, indicativamente, 45-65 (e oltre). Ex-cantante di piano-bar, vincitrice di “Sanremolab” nel 2009, è conosciuta per i brani sanremesi del “festival” edizione 2013 “La Felicità” – che ha proposto anche a Cernobbio-, cantato con Peter Cincotti e “Dr. Jekyll e Mr. Hyde”, donatole da Lelio Luttazzi. Elegantissima, in miniabito dorato che lasciava una spalla scoperta e scarpe con “plateau” metallizzate e tempestate di lustrini, dotata di garbo, classe e grazia, con il valore aggiunto del bell’aspetto e del sorriso aperto, ha sempre accompagnato i motivi che aveva in repertorio, che ha definito “elettro-swing” con contenuti passi di danza e ha poi voluto omaggiare la “regina del jazz” Ella Fitzgerald, cara alla sua formazione, interpretandone qualche “hit”, alla grande artista è intitolato il nuovo concerto che la Molinari porterà in scena nel prossimo autunno, facendo tappa il 07 ottobre a Tokyo. Esplosione finale di applausi del numeroso pubblico presente, con tanto di “standing ovation”, sul brano conclusivo, una delle molteplici “perle” di Ennio Morricone, dove la ragazza ha dispiegato tutte le sue qualità, un canto cristallino, che eccelle nel registro alto, espressivo, sfumato e capace di emozionare, parlando del musicista, premio Oscar, ha detto “Ogni volta che canto le canzoni di Morricone, quando sono all’estero, mi sento orgogliosa di essere italiana”.

 

by Fede

DAVIDE VAN DE SFROOS AL “FESTIVAL” DI CERNOBBIO (01/08/2014)


Dopo aver assistito all’esibizione di Davide Van De Sfroos nel padiglione nuovo tutto vetrate del parco di Villa Erba di Cernobbio (Como) non si può che giungere a una conclusione: sulle due sponde del lago è celebrato quasi come se fosse l’ “Eroe dei due Mondi”. Venerdì sera, graziata dalle condizioni del tempo, una volta tanto – in un’estate “anomala” come quella in corso – non avverse, una folla nutritissima lo attendeva impaziente, i più fortunati avevano occupato gli esigui posti a sedere messi a disposizione (si voleva forse fare economia?), io ero in quarta fila e i “ritardatari”, tutti in piedi, alcuni addirittura rassegnati a passare le due ore circa di spettacolo nel viottolo ghiaioso davanti all’ingresso, all’aperto. L’accoglienza riservata al musicista è stata non solo calorosa, persino confidenziale, come se si stesse salutando un amico e probabilmente, per qualche gruppetto presente, un compaesano, c’era chi srotolava striscioni della società calcistica locale, di cui De Sfroos è tifosissimo e chi faceva, entusiasticamente, nelle ultime file, un baccano d’inferno, quasi fosse suonata la ricreazione a scuola. Dal personaggio bisogna attendersi sempre qualche trovata originale e tanta improvvisazione e così puntualmente è stato, invece di presentarsi subito sul palcoscenico, ha scostato le tende che coprivano un finestrone in alto in fondo alla sala e si è semplicemente affacciato, come se fosse da casa sua, salutando e ringraziando i presenti. Ha poi raggiunto il suo “posto di combattimento” di fronte alla platea e ha attaccato infaticabilmente con il suo repertorio, con appena qualche interruzione, dandone una panoramica esauriente, seduto su uno sgabello e con l’immancabile chitarra, accompagnato anche da un violinista. Su uno schermo di fianco a lui, negli intervalli previsti, scorrevano filmati riuniti sotto l’intitolazione “Terra & Acqua” in cui appariva egli stesso in qualità di “guida” d’eccezione, che ritraevano un “piccolo mondo antico” che oggi sembra scomparso, soffocato dalla civiltà ipertecnologizzata e invece, nei piccoli centri del fondolago è tuttora vivo e pulsante, De Sfroos ha percorso a piedi itinerari (fisici ma anche, anzi, soprattutto, dell’anima) battuti raramente, attraverso luoghi impervi, regno incontrastato, ha detto “dell’aquila e della vipera” da cui si gode una vista che toglie il fiato, di brume e sottostanti paesaggi lacustri, è stato alla Madonna del Ghisallo, cara ai più grandi ciclisti, che sono passati di lì, ha raccontato un microcosmo di “dimenticati”, come un pugile della zona, “detronizzato” tanti anni fa dal podio praticamente col titolo mondiale già in mano e poi chi esercita, coraggiosamente, mestieri che nessuno più ricorda, come chi ancora scava nelle (poche) cave di pietra rimaste in quel territorio e chi intaglia maschere per il Carnevale di Schignano, molto nominato in tali contrade, curiose alcune figure in cui i partecipanti amano travestirsi, fra cui la tradizione prevede l’”emigrante ricco” e il “brutto”, non poteva mancare naturalmente, cavalcando miti e leggende, l’accenno ai tanti roghi di streghe, di cui furono fatte innumerevoli stragi nelle valli circostanti, rievocati, a cadenza regolare, come si è fatto vedere nelle immagini, dall’annuale festa della “Giubiana”.

Trascinante il ritmo dei brani musicali, che spaziano dall’etnico-folk-country al rock duro, anche se quest’ultimo non è lo stile prevalente mentre è pressochè incomprensibile ai non nativi (è il mio caso) il dialetto, più aspro del milanese, che, come ha detto De Sfroos, è “lombardo occidentale variante laghée (ndr ossia del lago)”, con molti suoni onomatopeici, inframmezzato da parole (sembra anche inventate) in inglese, tuttavia il combinarsi di tutti questi elementi dà vita a un effetto “calderone” colorito, piacevole e divertente.

Il pezzo più celebre, su cui si è levato all’unisono il coro di tutti quelli che masticavano con scioltezza questo singolare “idioma” è stato “Yanez”, arrivato quarto a Sanremo 2011 e certificato disco d’oro, nel 1999 De Sfroos ha ricevuto il prestigioso “Premio Tenco”; il suo ultimo lavoro, innovativo per un “sound” che esce un pò dai binari per lui consueti è “Goga e Magoga”.

E’ uno degli ultimi cantastorie.

by Fede

GIORGIA: “SENZA PAURA TOUR 2014” – CERNOBBIO (COMO) 17/07/2014


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Grande successo per l’annunciato “concerto-evento” di Giorgia, unica data estiva in Lombardia del suo “Senza Paura Tour”, presso l’area dell’ex-galoppatoio di Villa Erba, già dimora di Luchino Visconti. Alle ore 19.30 finalmente sono stati aperti i cancelli che hanno consentito a una folla oceanica di persone, che si ingrossava a vista d’occhio, di avere accesso al prato dove erano sistemate molte file di sedili, sia con posti numerati che non, fra la platea e il palcoscenico, invece, era stato collocato un gazebo sovrastato da tendone destinato agli addetti al mixaggio, nessun disordine e molta disciplina fra il pubblico, che ha atteso pazientemente il turno per entrare e sedersi, eterogeneo per provenienza, locale, certo, ma anche di città e regioni vicine e stranieri della Svizzera Italiana, prevalentemente compreso nella fascia di età 30-50 (e passa), molte coppie e famiglie, meno rappresentati i ventenni.

E anche il meteo non ha giocato “tiri mancini”, il cielo è rimasto terso e l’aria tiepida, con un piacevole senso di frescura conferito dagli alti alberi secolari del parco, occasionalmente sorvolati da idrovolanti che per un singolare effetto ottico sembravano accarezzarne le cime. Ma la vera rivelazione (almeno nel mio caso) è stata Giorgia, che ha fatto la sua apparizione sul palco poco dopo le 21.00, “verve” da ragazzina, scattante, mobilissima, in miniabito nero con profili laterali dorati e alti tronchetti, è stata come una “sferzata di energia” dal principio alla fine e ha inchiodato tutti, completamente rapiti, con un “medley” dei brani più recenti  e più datati, partendo da “La mia stanza”, poi la “hit” di sempre “Gocce di memoria”, concedendosi qualche pausa rilassante per scambiare confidenzialmente due parole con gli spettatori “Grazie molte per essere qui, lo dico sempre perché mi sembra giusto … dico questa frase perché non si deve mai dare niente per scontato … Se io sono qua è grazie alla Cooperativa Progetto Sociale (ndr è una onlus di Cantù  che gestisce servizi alla persona, con attività sociali rivolte ai minori, disabili e anziani: https://mail.google.com/mail/?hl=it#inbox/1474ac1f3036fb0d) festeggiamo i 35 anni e divento portavoce loro”, ma ha catturato, improvvisando, anche le battute nell’aria, al volo, qualcuno le ha gridato “Bella” e lei, prontamente “Sò dù ore de trucco!” e subito via nuovamente con la musica, uno dopo l’altro “Vado via”, “Pregherò”, “Girasole”, la sua versione de “Il cielo in una stanza” (ndr di Gino Paoli), seguita da una puntata al “gazebo” di mixaggio “Ora vengo tra di voi, col tacco rovinerò un po’ il prato, ma si riprende …” e riattacco con “Come Thelma e Louise” e “Parlo con te”.

Sorprendono la duttilità e versatilità di Giorgia, capace di “mutare pelle”, passando dal “pop” al “rock” al “soul”, “jazz” e “blues” nel volgere di pochi minuti; Elton John si è così espresso su di lei “Una delle più belle voci del mondo” (ndr ha tre ottave e mezzo), sicuramente non è una voce in cui ci si imbatte tutti i giorni, “esce dal coro”, si distingue, agile, espressiva, all’occasione delicata e tenue o potente, capace di accordi “da usignolo” fino a toccare un registro altissimo, i toni acuti non escono mai striduli o sforzati ma si ha l’impressione di armonia e spontaneità e il suono si esaurisce naturalmente dopo aver compiuto il suo “ciclo vitale”, senza bruschi strappi né improvvisi cali del fiato, in poche parole è vero “canto”, non gli agghiaccianti “strilli” di qualche sua sopravvalutata collega “minore”. Il momento culminante è stato l’esecuzione del singolo da superclassifica “Quando una stella muore”, in cui Giorgia ha, se possibile, superato se stessa, facendo leva sul forte potere emozionale del pezzo, a cui è parsa, a tratti, soggiacere lei stessa, mentre raggi laser multicolori che continuavano a disegnare le forme più disparate (dalla figura geometrica alla nuvola che assumeva un vago contorno umano) trafiggevano il pubblico. Ultimi brani in scaletta: “Non mi ami”, “Perfetto”, “Di sole e d’azzurro”, con Giorgia che si è messa a dirigere la platea, “Per fare a meno di te” e tanto per scatenarsi, “Tu mi porti su”, quindi “Il mio giorno migliore”, dopodichè, presentazione di rito della “band” e degli ingegneri del suono, ringraziamenti e spegnimento delle luci, ma il pubblico ha finto di non capire e ha iniziato a scandire insistentemente il nome dell’artista “Gior-gia, Gior-gia” per i “bis” e lei puntualmente si è “concessa”, ponendo a tutti, ironicamente, un quesito “Coi quattro neuroni che vi sono rimasti (ndr scherzava sull’età),come a me, vi ricordate cosa c’è stato nel 1994, 20 anni fa?” e si è messa a canticchiare “Serenata rap” di Jovanotti, “La Solitudine” della Pausini, il ballabile “disco” “The rhythm of the night” dei Corona e infine ha regalato il suo “E poi”, con entusiasmo di tutti alle stelle.

Serata incantevole.

by Fede