folk

IN COLLABORAZIONE CON SONY MUSIC ENTERTAINMENT ITALY STEFFEN LINCK presenta: “Sticks&Stones”


syriaDirettamente da Berlino, il nuovo talento del cantautorato electro folk: Steffen Linck, classe 1989, giovane musicista tedesco residente a Berlino. Il video del nuovo singolo è uscito in anteprima nazionale su Tgcom24 il 25 luglio a questo link: http://goo.gl/tscwW3.  Il giovane artista compone musica e imbraccia la chitarra dall’età di 15 anni, ispirandosi ai maestri del passato come Leonard Cohen e Bob Dylan, rivisitati e riattualizzati attraverso le suggestioni che animano le sue esperienze di vita e che lo hanno portato a girare il mondo (Thailandia, Germania, Francia, Italia, Svezia) suonando in diverse formazioni folk. Le canzoni di Steffen intrecciano storie di amore e disperazione, fiabe sincere che colpiscono l’ascoltatore attraverso una spontaneità essenziale.

Non parliamo dell’ennesimo Bon Iver collocato nel classicismo folkeggiante, ma di qualcosa di più complesso e stratificato: la sua “Sticks&Stones”, infatti, ammicca al folk tradizionale britannico, ma ingloba anche una componente alt-country, decisamente idillica. La risultante? Una dolcissima e toccante canzone d’amore, fuori dal tempo quanto dallo spazio, un bozzetto melodico la cui levità è appena offuscata da una malinconia latente e da timidi accenni stranianti. È un autentico gioiello di sottile malinconia bucolica, nel quale la voce di Steffen riecheggia nella sua cristallina rochezza. Quell’oscura bellezza si snoda sul tappeto sonoro acustico della chitarra dell’artista ed è difficile togliersela dalla testa, fin dai primi ascolti. In una recente intervista: “Quando mi sono trasferito nel 2009 a Berlino, mi si è aperto un nuovo mondo, quello della musica elettronicaNon si trattava più di una semplice esperienza intellettuale, di un testo con armonie, ma di fisicità e corpo, una vera esperienza del sound. Questo ha completamente cambiato il mio modo di ascoltare e comporre musica – afferma il giovane artista – e mi sono tuffato in questo mondo con grande entusiasmo” .

Il cantautore tedesco riesce a combinare con grande naturalezza questi due mondi, l’analogico e il digitale. Diversi remixer si sono avvicinati alla musica di Linck e hanno rielaborato i suoi brani in chiave electro house, come testimonia la stessa “Sticks&Stones”, remixata anche dal dj e producer Sascha Kloeber, raggiungendo più di un milione di ascolti su Spotify

Da oggi in radio “CI SONO DONNE SPECIALI”, il nuovo singolo di PAOLO SIMONI.


PAOLO SIMONI

paolo

Da oggi in radio il nuovo singolo

CI SONO DONNE SPECIALI”

Da oggi, venerdì 5 giugno, è in rotazione radiofonica “CI SONO DONNE SPECIALI(Warner Chappel/Riservarossa), il nuovo singolo di PAOLO SIMONI disponibile su iTunes e su Spotify. Si tratta di un brano dal sapore folk-elettronico dedicato alle donne di oggi, che apre una nuova stagione del giovane cantautore emiliano, reduce dall’esperienza come opening-act dei live di Roma e Milano del “Vivavoce Tour” di Francesco De Gregori.

«Con questo brano ho voluto celebrare le donne che tutti i giorni supportano e sopportano il quotidiano vivere degli uomini spiega il cantautore nel raccontare la canzone Ci sono donne speciali che hanno una potenza d’amore incredibile. Gli artisti le hanno dipinte, i poeti le hanno cantate. Le donne speciali sono la bellezza del mondo, quella bellezza di cui dovremmo andare fieri! Questa canzone è un inno alle donne speciali. È una canzone che parla d’amore».

“CI SONO DONNE SPECIALI” vede la produzione artistica di Dan Priest che firma insieme a Paolo Simoni gli arrangiamenti del brano, registrato e mixato presso il “Teatro delle voci Studios” a Treviso da Davide Florian e dallo stesso Dan Priest.

Talento musicale sin da bambino, Paolo Simoni ha esordito sui più grandi palchi live aprendo i concerti del tour 2010 di Ligabue (San Siro, Stadio Olimpico). Compositore, arrangiatore e polistrumentista, nonostante la giovane età, Paolo ha già conseguito alcuni dei più alti riconoscimenti della critica musicale italiana: nel 2007 il Club Tenco come “nuova proposta emergente dell’anno”, nel 2008 arriva tra i finalisti del Club Tenco per “miglior opera prima”, nel 2009 al Festival degli Autori di Sanremo è vincitore del premio per il “miglior arrangiamento musicale” nella sezione “BIG” e nello stesso anno è tra gli otto vincitori di Musicultura. Dall’incontro con Claudio Maioli, manager di Ligabue, nasce, il secondo album di Paolo Simoni, contenente 10 brani interamente scritti e interpretati dal giovane cantautore emiliano tra cui il duetto “Io sono io e tu sei tu” con Lucio Dalla. Nel 2013 partecipa al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano “Le Parole” (contenuto nella riedizione dell’album “Ci voglio ridere su – Le parole Edition”). In seguito si è esibito al prestigioso Blue Note di Milano, al “4 marzo (Ciao Lucio)” su Rai1 e al “Premio Gaber 2013”. All’inizio del 2014 Paolo Simoni pubblica il singolo “Che Stress” che ha riscosso un enorme successo radiofonico. Inoltre, apre le date di Ligabue allo Stadio Olimpico di Roma e allo Stadio San Siro di Milano e si esibisce da Piazza del Popolo a Roma nelle prime due puntate del “Coca-Cola SUMMER FESTIVAL” in onda in prima serata su Canale 5 e RTL 102.5.

 by Ponyo

DAVIDE VAN DE SFROOS AL “FESTIVAL” DI CERNOBBIO (01/08/2014)


Dopo aver assistito all’esibizione di Davide Van De Sfroos nel padiglione nuovo tutto vetrate del parco di Villa Erba di Cernobbio (Como) non si può che giungere a una conclusione: sulle due sponde del lago è celebrato quasi come se fosse l’ “Eroe dei due Mondi”. Venerdì sera, graziata dalle condizioni del tempo, una volta tanto – in un’estate “anomala” come quella in corso – non avverse, una folla nutritissima lo attendeva impaziente, i più fortunati avevano occupato gli esigui posti a sedere messi a disposizione (si voleva forse fare economia?), io ero in quarta fila e i “ritardatari”, tutti in piedi, alcuni addirittura rassegnati a passare le due ore circa di spettacolo nel viottolo ghiaioso davanti all’ingresso, all’aperto. L’accoglienza riservata al musicista è stata non solo calorosa, persino confidenziale, come se si stesse salutando un amico e probabilmente, per qualche gruppetto presente, un compaesano, c’era chi srotolava striscioni della società calcistica locale, di cui De Sfroos è tifosissimo e chi faceva, entusiasticamente, nelle ultime file, un baccano d’inferno, quasi fosse suonata la ricreazione a scuola. Dal personaggio bisogna attendersi sempre qualche trovata originale e tanta improvvisazione e così puntualmente è stato, invece di presentarsi subito sul palcoscenico, ha scostato le tende che coprivano un finestrone in alto in fondo alla sala e si è semplicemente affacciato, come se fosse da casa sua, salutando e ringraziando i presenti. Ha poi raggiunto il suo “posto di combattimento” di fronte alla platea e ha attaccato infaticabilmente con il suo repertorio, con appena qualche interruzione, dandone una panoramica esauriente, seduto su uno sgabello e con l’immancabile chitarra, accompagnato anche da un violinista. Su uno schermo di fianco a lui, negli intervalli previsti, scorrevano filmati riuniti sotto l’intitolazione “Terra & Acqua” in cui appariva egli stesso in qualità di “guida” d’eccezione, che ritraevano un “piccolo mondo antico” che oggi sembra scomparso, soffocato dalla civiltà ipertecnologizzata e invece, nei piccoli centri del fondolago è tuttora vivo e pulsante, De Sfroos ha percorso a piedi itinerari (fisici ma anche, anzi, soprattutto, dell’anima) battuti raramente, attraverso luoghi impervi, regno incontrastato, ha detto “dell’aquila e della vipera” da cui si gode una vista che toglie il fiato, di brume e sottostanti paesaggi lacustri, è stato alla Madonna del Ghisallo, cara ai più grandi ciclisti, che sono passati di lì, ha raccontato un microcosmo di “dimenticati”, come un pugile della zona, “detronizzato” tanti anni fa dal podio praticamente col titolo mondiale già in mano e poi chi esercita, coraggiosamente, mestieri che nessuno più ricorda, come chi ancora scava nelle (poche) cave di pietra rimaste in quel territorio e chi intaglia maschere per il Carnevale di Schignano, molto nominato in tali contrade, curiose alcune figure in cui i partecipanti amano travestirsi, fra cui la tradizione prevede l’”emigrante ricco” e il “brutto”, non poteva mancare naturalmente, cavalcando miti e leggende, l’accenno ai tanti roghi di streghe, di cui furono fatte innumerevoli stragi nelle valli circostanti, rievocati, a cadenza regolare, come si è fatto vedere nelle immagini, dall’annuale festa della “Giubiana”.

Trascinante il ritmo dei brani musicali, che spaziano dall’etnico-folk-country al rock duro, anche se quest’ultimo non è lo stile prevalente mentre è pressochè incomprensibile ai non nativi (è il mio caso) il dialetto, più aspro del milanese, che, come ha detto De Sfroos, è “lombardo occidentale variante laghée (ndr ossia del lago)”, con molti suoni onomatopeici, inframmezzato da parole (sembra anche inventate) in inglese, tuttavia il combinarsi di tutti questi elementi dà vita a un effetto “calderone” colorito, piacevole e divertente.

Il pezzo più celebre, su cui si è levato all’unisono il coro di tutti quelli che masticavano con scioltezza questo singolare “idioma” è stato “Yanez”, arrivato quarto a Sanremo 2011 e certificato disco d’oro, nel 1999 De Sfroos ha ricevuto il prestigioso “Premio Tenco”; il suo ultimo lavoro, innovativo per un “sound” che esce un pò dai binari per lui consueti è “Goga e Magoga”.

E’ uno degli ultimi cantastorie.

by Fede