Mario Luzzatto Fegiz

“IO ODIO I TALENT SHOW”, lo spettacolo del giornalista MARIO LUZZATTO FEGIZ, il 30 novembre al Teatro Ariston di Sanremo (anteprima il 29 novembre a Peschiera Borromeo-Milano).


Comunicato Stampa

locandina (4)

A GRANDE RICHIESTA TORNA IN TEATRO

“IO ODIO I TALENT SHOW”

LO SPETTACOLO DEL GIORNALISTA MARIO LUZZATTO FEGIZ

IL 30 NOVEMBRE AL TEATRO ARISTON DI SANREMO

(ANTEPRIMA IL 29 NOVEMBRE A PESCHIERA BORROMEO – MILANO)

A grande richiesta torna in teatro, e non un teatro qualunque, Io odio i Talent show”, lo spettacolo realizzato nel 2011 dal giornalista Mario Luzzatto Fegiz. Una commedia musicale scritta con Giulio Nannini e Maurizio Colombi che firma anche la regia.

Lo show, rinnovato nella sua parte musicale affidata al trio dei Los Chitarones, approda nel tempio della musica leggera, il mitico Teatro Ariston di Sanremo, il 30 novembre 2019 (anteprima aperta al pubblico il 29 novembre al Cinema Teatro Vittorio De Sica di Peschiera Borromeo, in provincia di Milano).

Per info e biglietti Teatro Ariston: tel. 0184 506060

Per info e biglietti Teatro De Sica (Peschiera Borromeo): tel. 02 51650936 –biglietti@oltheatre.it

Io odio i talent show è la storia di un critico musicale, un tempo potente e temuto che, ai giro di boa dei 65 anni, si rende conto di non contare più nulla. Perché è accaduto? Perché il critico è stato derubato, derubato del suo mestiere che è andato a spalmarsi su giurie popolari, @mail, televoti.

E così, in un mix di ricordi, battute, canzoni il critico spodestato ricorda e delira. E balla anche il twist davanti allo specchio, si trasforma nel De Gregori processato dagli autonomi in un commovente  crescendo emotivo. Si parla di Radio Private, disordini ai concerti rock, mentre Alessandra Amoroso confessa di non sapere chi è Jannacci e chi è David Bowie.

Ma una grande parte del primo tempo è occupata dal festival di Sanremo con i suoi retroscena e dalla tragedia Luigi Tenco. E proprio  questo aspetto sanremese dello spettacolo che ha indotto Walter Vachino a ospitare nel suo teatro questa esilarante piece teatrale.

Per l’occasione sarà ristampato il libro “Io odio i talent show” (Guido Veneziani Editore), che in parte riprende lo show e in parte offre una raccolta di picchi emotivi della carriera di Mario Luzzatto Fegiz, e sarà disponibile anche il suo più recente libro “Troppe zeta nel cognome” (Hoepli), che viene in piccola parte recepito in questa nuova edizione dello show.

Mario Luzzatto Fegiz è nato a Trieste il 12 gennaio 1947, per decenni critico musicale e inviato del Corriere della Sera, con numerose esperienze radiofoniche (debuttò nel 1969 alla RAI con Per voi giovani) e televisive (fra cui Mister Fantasy, Re per una notte, Momenti di gloria, Music Farm e, come autore, Emozioni su Raidue). Autore di saggi e libri (il più noto Morte di un cantautore, la prima ricostruzione della tragica fine di Tenco) è stato docente all’Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano. Nelle vesti di attore ha portato in scena lo spettacolo teatrale Io odio i talent show, scritto con Giulio Nannini e con la regia di Maurizio Colombi.

Los Chitarones è un trio, un’idea, un gioco, un modo scherzoso di suonare insieme. Senza tabù, senza l’ipocrisia delle basi musicali, solo per il gusto di divertirsi e divertire.  Tre chitarre di legno ed una voce per rievocare Lucio Battisti, Django Reinhardt, Mozart e molti altri. Un po’ flamenco, un po’ bossanova, un po’ quello che viene. Los Chitarones è una formazione unica nel suo genere e che regala sempre emozioni e tanta allegria.

Redazione

SANREMO 2014 – CALA IL SIPARIO SUL “FESTIVAL” … E FIOCCANO LE POLEMICHE: RENGA, ARISA, “TALENT”, GIURIE (“ARENA di Giletti” E “DOMENICA IN” 23/02/2014)


sanremo-20141-520x292E’appena calato il sipario (sperando che non si inceppino nuovamente gli ingranaggi…) sulla 64esima edizione del “festival” e immediatamente infuriano le polemiche, sia sui “social” che in televisione, è il caso di ieri nella lunga maratona pomeridiana di Rai1 (ore 14.00 – 20.00), in cui, mentre si passava senza soluzione di continuità dall’”Arena” di Giletti a “Domenica in” con Mara Venier, l’unico argomento in grado di “surriscaldare gli animi” degli opinionisti sul palcoscenico dell’”Ariston” è stato il “colpo di scena” di Sanremo 2014, ossia la vittoria, inspiegabilmente sfuggita di mano a Francesco Renga, quando ormai sembrava già sua. Era praticamente “annunciata” da giorni, la prima classifica del televoto lo poneva al posto d’onore e anche gli inviati di “Le amiche del sabato”, a zonzo per la cittadina della Riviera dei Fiori, interpellando a caso i passanti, avevano raccolto un vero e proprio plebiscito di preferenze in suo favore, pochissime le persone che citavano candidati con nomi dissimili. Poi non è chiaro cosa sia accaduto, quando la Littizzetto ha dato lettura della terna destinata a salire sul podio, molta gente dev’essere rimasta con la stessa espressione che ha un pesce congelato appena tolto dal “céllophane”, chi si sarebbe potuto aspettare che a qualificarsi ci riuscisse un Raphael Gualazzi con i suoi ritornelli sottolineati da nitriti equini o un Renzo Rubino di scarsa fama, che balza alla memoria più di tutto per aver massacrato il pianoforte con cui si accompagnava, vista la violenza con cui ne percuoteva la tastiera, neanche stesse adoperando delle mazze e non le dita?e che dire della canzone “sciacquetta” risultata vincitrice,

arisa

“Controvento”, interpretata a fil di voce, senza brio né coloriture personali da un’Arisa abbastanza sottotono, che sicuramente meritava molto di più il premio nel 2012 con “La notte”? Fazio, gongolante, fregandosi le mani, la sera della “finale”, si è così espresso su chi ha conquistato le prime tre posizioni “Tutti tre arrivano da Sanremo Giovani”, imitato di lì a poco dal sindaco di Sanremo, anche lui “tre metri sopra il cielo” dal gaudio “C’è Area Sanremo in concorrenza …” e così dicendo si sono “smascherati” da soli, dopotutto l’Arlecchino si confessa ridendo, questo era il vero intento del “festival” di quest’anno, la controffensiva di un’ipotetica “alta scuola” targata Sanremo, generatrice e promotrice di “qualità” e fucina di nuovi artisti, verso tutto ciò che le è estraneo, “talent” in testa, la sottolineatura del conduttore e del primo cittadino era probabilmente destinata a loro. Ma com’è andata esattamente nei “forum di discussione” domenicali?Da Massimo Giletti, smaccatamente pro-Renga, infatti l’ha voluto sul palco in apertura e dalla Venier, è prevalso il partito “anti-Fazio bis 2014” (non è una legge …) e soprattutto “anti-giuria di qualità”. A seguire qualche opinione sparsa: Cristiano Malgioglio ”Renga la voce più bella fra i cantanti italiani … Arisa uno scandalo” e ancora “Mancava il nazional-popolare, Bertè, Rettore …”, qualcuno ha ricordato che l’assenza di “ex-talent” ha allontanato il pubblico giovane, concordi tutti i giornalisti, da Mariella Venegoni a Mario Luzzatto-Fegiz, ad Alessandra Comazzi, sul livello molto “modesto” dei brani musicali e per Paolo GiordanoIl festival era troppo simile a quello dell’anno scorso … E troppe parolacce (ndr della Littizzetto), una funziona, non di più”, il turpiloquio ha infastidito persino una che non le manda a dire come Mara MaionchiAllusione continua sessuale … disturba”; e anche la commissione giudicante dell’”Ariston”, il cui voto si doveva sommare a quello espresso dal pubblico da casa, è finita sul “banco degli imputati”, principalmente perché ritenuta non sufficientemente preparata in materia di musica, essendo composta in prevalenza, salvo pochi membri, fra cui Paolo Jannacci (ndr musicista come il padre Enzo), da attori e con un presidente regista, Paolo Virzì, opera loro, il vertiginoso “abbassamento della media” di Francesco Renga, tanto benvoluto dal televoto, come hanno rilevato la Venegoni, Adriano Aragozzini (ndr ex “patron” di Sanremo) e Marino Bartoletti “Il popolo italiano è stato per Renga”, un quarto posto “fuori dai giochi”, per il cantante di Brescia (ndr nativo di Udine) che ha rischiato di far “rimettere la faccia” persino al mago dalla pluriennale carriera Giucas Casella, che aveva indicato un pronostico di vittoria che lo ineriva e che finora, ha detto, in tutti i casi precedenti, c’ha sempre azzeccato, non si sa cosa sia accaduto, si stanno cominciando a spegnere i suoi poteri di pre-veggenza o forse non è così e in questo “festival” c’è “dell’altro”?

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E intanto è notizia di queste ore che il brano di Arisa è stato clamorosamente accusato di plagio. Che ne è, invece, di Renga?Pare stia “affilando le armi” in attesa dell’uscita dell’album, in cui è inserito un duetto nientemeno che con la Alessandra Amoroso, quindi è praticamente in una botte di ferro, garantiti i passaggi in radio, raffica di ospitate da “Mamma Maria”, che benedirà questi “sponsali” (un po’ come “Don Matteo” quelli della Lity e Fazio) artistici, Fimi-Nielsen già prenotata e nuove tappe aggiunte in tutta fretta al “tour” e alla fin fine, state a vedere che riuscirà pure a “farla” sotto il naso a chi non ha creduto in lui? Ride bene chi ride ultimo, allora? No, di questi tempi,ride” soprattutto chi sa di poter contare su molti… “Amici”
[Articolo a cura di Fede]