rassegna

CS_JEAN-LUC GODARD: al cinema un omaggio al grande Maestro della nouvelle-vague (11 ottobre – Cinema Arlecchino di Milano)


A POCHE SETTIMANE DALLA SCOMPARSA DI JEAN-LUC GODARD

WANTED OMAGGIA IL GRANDE MAESTRO DELLA NOUVELLE VAGUE CON

GODARD SEUL LE CINEMA

direttamente dal concorso “Venezia Classici” 2022 e presto al cinema

Il primo appuntamento dopo Venezia 79 sarà l’anteprima dell’11 ottobre, un’anticipazione del Filmmaker Festival, presso il cinema Arlecchino di Milano

140 film all’attivo, molti dei quali poco visti, per una lunga e coerente carriera nel cinema d’avanguardia. Jean-Luc Godard èil cinema, la sua quintessenza, l’autore per antonomasia, osannato dai cinefili fin dai tempi della nouvelle-vague, di cui fu protagonista con Truffaut, Rivette e Rohmer. Il documentario (Francia, 2022, 100′) scritto e diretto da Cyril Leuthy porta lo spettatore dentro la movimentata e imprevedibile carriera del cineasta franco-elvetico, nato a Parigi nel 1930 da una famiglia agiata e morto recentemente, per sua scelta, all’età di 91 anni, a Rolle in Svizzera.

GODARD SEUL LE CINEMA si impone come la prima biografica completa e definitiva dell’immenso regista

Biografia costruita intorno ad archivi, estratti di pellicole e interviste a diverse personalità che prendono la parola per rendere omaggio a uno dei principali fautori delle forme e degli stili cinematografici del secolo scorso.

Tra i tanti testimoni del film Macha Meril, Marina Vlady, Romain Goupil, Julie Delpy, Daniel Cohn Bendit, Nathalie Baye, Hanna Schygulla, per una carrellata tra cinema e politica attraverso film leggendari come “Ro.Go.Pa.G.”, “Il disprezzo”, “Bande à part”, “Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville”, “Due o tre cose che so di lei”, “Crepa padrone, tutto va bene”, “Si salvi chi può (la vita)”, “Prénom Carmen”, “Je vous salue Marie”.

A partire dal suo folgorante film d’esordio del 1960 – “Fino all’ultimo respiro” (“À bout de souffle”) – Godard è stato sempre un assoluto protagonista della scena internazionale, amato e odiato come nessun altro: una tale “aura” deriva da film incredibilmente unici, ma anche da Godard stesso, una figura carismatica e allo stesso tempo un uomo avvolto nel mistero. Tutto e l’opposto di tutto, ha sperimentato ogni strada possibile, fino a diventare un mostro sacro ed enigmatico. Un figlio della borghesia europea che ha condotto la più spietata azione anti-borghese che sia mai stata compiuta nella settima arte.

L’itinerario di Godard si muove in un’unica direzione: il rinnovamento incessante della sua arte. Il regista vede l’atto creativo come un necessario atto di critica e decostruzione. “Parto sempre daI negativo” – diceva – “Sono un uomo positivo che parte dal negativo”. L’artista si reinventa senza sosta e inevitabilmente si distrugge, per molti anni si annulla in un collettivo di regia, per poi tornare a firmare i propri film solo a fine carriera. “Godard seul le cinema” è un ritratto pieno di sorprese, che va oltre i cliché del mito JLG, talvolta diventato caricaturale. Ricchissimo di scene e di backstage sui suoi set, il film ci fa incontrare un uomo più sentimentale di quanto sembri, a volte fagocitato dalla sua arte. Ne esce, forse per la prima volta, un Godard umano, non solo artista provocatore.

“Realizzare questo film ha significato esplorare un artista che, più di molti altri, ha una vera e propria fede nella propria arte” – dichiara il regista del film Cyril Leuthy – “Per navigare in un tale oceano di idee, film e archivi, ho seguito un percorso: rimanere umile e dare voce alle persone che lo hanno conosciuto. Il film è incentrato più sull’uomo che sul suo cinema, ma quando si parla di Godard, cinema e vita si fondono.”

redazione

U2 Bono e compagni sono stati assolti: la loro ”The Fly” non è un plagio


Gli U2 non hanno copiato il chitarrista Paul Rose, che aveva fatto causa alla band di Bono Vox & compagni per plagio con una richiesta di risarcimento di cinque milioni di euro. Il tribunale di New York ha dato torto a Rose, come riportato da Billboard: “The Fly“, canzone contenuta nell’album “Achtung Baby” (che risale ai primi anni Novanta) non può essere considerata il plagio di “Nae Slappin” di Paul Rose. Secondo la causa intentata da Rose, 13 secondi di “Nae Slappin” somigliavano troppo a 12 secondi di “The Fly”. In particolare, ci sarebbero state, secondo Rose e i suoi avvocati, troppe affinità sospette tra la linea di chitarra, l’uso del tamburello e le percussioni delle due canzoni. Il tribunale di New York però non ha ritenuto sufficiente la somiglianza tra questi due frammenti delle due canzoni, che ammontano ad appena il 6% del totale. Insomma, un’intera canzone non può essere considerata un plagio per così poco. Sui 26 anni di ritardo con i quali Rose aveva deciso, esattamente un anno fa, di far valere i suoi presunti diritti, il suo avvocato l’ha giustificata in questo modo: “All’epoca del presunto furto il mio cliente era appena agli inizi, e non voleva che una denuncia rovinasse la sua carriera”. Era il 1989 e in quell’anno, dopo aver firmato un contratto con la Island Records, il cantautore aveva recapitato una demo ai dirigenti della casa discografica. Tutto avveniva mentre la band di Dublino era in cerca di un nuovo sound. Ma ora il caso è definitivamente chiuso.[Musicmap]

Redazione