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MUSICA: “Togliamoci la voglia” di Giulia Luzi, brano dopo brano


luzi

Ha cominciato con il doppiaggio cantato dei personaggi Disney, quindi ha esordito in televisione nelle serie I Cesaroni e Un medico in famiglia. È stata poi la volta del teatro, quando nel 2013 David Zard l’ha scelta come protagonista del musical Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo. Due anni dopo è tornata in televisione nel programma Tale e quale show.

Per Giulia Luzi il 2017 è partito con il botto. A febbraio è stata concorrente della 67a edizione del Festival di Sanremo con il brano Togliamoci la voglia, scritto da Alex Vella, Antonio Iammarino, Luca Chiaravalli, Sergio Vallarino, e cantato in coppia con Raige. Ma non solo. Ha pubblicato l’album in studio Togliamoci la voglia, prodotto su etichetta Madli Records, composto da dodici brani, di cui dieci inediti. E’ uscito in questi giorni, Paracadute, il secondo singolo estratto dall’Album uscito lo scorso 10 Febbraio.

Sentimenti, pensieri e leggerezza creano il filo conduttore della narrazione, che viaggia, canzone dopo canzone, su un’onda di suoni elettropop finché, trasportato dalla voce cristallina di Giulia, suona come un inno alla positività.

Di seguito, nel dettaglio, le caratteristiche dei brani di Togliamoci la voglia:

1.Togliamoci la voglia (feat. Raige) – Sanremo 2017

Una sirena rompe il silenzio e fa spazio a un ritmo ballabile e al coro delle due voci, perfettamente amalgamate. Parole ricche di sensualità “togliamoci la voglia stanotte […] a me capita con te”, che invitano a vivere la vita senza troppi preconcetti, uscendo fuori dagli schemi.

2.Un abbraccio al sole

Sole, mare, spensieratezza. La voce si mischia ai suoni caldi che mettono allegria e voglia di libertà. Con un messaggio molto forte: la vita è “un abbraccio al sole”, ogni istante lascia “segni sulla pelle”, ma è importante non “tradire i nostri sensi” perché “in un attimo ci sfugge”.

3.Paracadute

Comincia quasi in sordina, come un racconto a tu per tu. Quando arriva il ritornello, la voce esplode in un vortice di armonici e la musica segue tagliente, come un volo in caduta libera, attutito da un paracadute. Le parole esprimono forte determinazione: “mi sento unica, bellissima…”.

4.N.D.M. – Non disseti mai (feat. Clementino)

Il rap di Clementino fa da leitmotiv fino al ritornello. Da quel momento si alterna ai suoni elettronici, mentre molte parole sono cantate in dialetto napoletano. Parla d’amore e delle difficoltà della lontananza: passano i giorni ma tu “sei come acqua che scorre e non disseta mai”.

5.Viversi in un attimo

È una canzone d’amore, che invita a “viversi in un attimo” abbandonandosi alle emozioni, “liberi di lasciarsi e poi riprendersi”, perché la vita è imprevedibile. L’atmosfera è tipicamente elettropop, avvolgente, in alcuni punti estremamente sensuale: “gravita nell’aria questa intimità”.

6.Chi c’è

All’inizio una cadenza molto ritmata, poi una melodia contenuta ma incalzante, quindi il primo ritornello caratterizzato da note acute cantate pianissimo. Il brano esplode alla fine, con una serie di domande rivolte a un certo “tu”: “dimmi chi c’è a prendersi cura di te, a darti le cose che vuoi, in fondo rubandole a noi…”.

7.Mi perdo spesso

È l’auto-confessione di chi non vuole adattarsi alla routine del mondo, ma invece proseguire, libera, la sua vita: “io che a lasciarmi andare non ho provato mai”. Brano tipicamente pop, che parla di un amore estremamente reale e tangibile: “e con i piedi per terra mi sento più forte di te”.

8.Come la neve

Ritmo molto allegro e radiofonico, soprattutto nel ritornello. “Ti fermi e cadrai, come la neve”, prosegue la voce, facendo trasparire anche tratti romantici. Quindi, rivolta alla persona amata: “a volte sai la confusione rimette tutto in ordine” .

9.C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones (feat. Raige)

Capolavoro di Gianni Morandi del 1966, in tanti ne hanno cantato la cover. Le voci di Giulia e Raige si intrecciano e si completano. C’è un po’ di rap, suoni elettronici, strofe pop. L’atmosfera è moderna, fresca, rende giustizia al forte messaggio della canzone.

10.La notte – Stimola i sensi

Dall’ascolto delle prime note sembra una classica ballad un po’ malinconica, quasi una lettera d’amore pronunciata a bassa voce: “la fiamma di una candela che di giorno resta solo cera”. Poi si apre nel ritornello, il ritmo diventa martellante e la voce sale come per sfogarsi.

11.Cullami

Brano estremamente introspettivo, nel quale la voce contribuisce a creare una dimensione intima e sensuale: “stanotte cullami […] perché se tutto cambia io non cambierò”. Il testo è molto romantico e pieno di simboli: “come sabbia tra le dita […] come l’acqua cerca il mare”.

12.Non, je ne regrette rien

Tributo a Édith Piaf, è un pezzo difficilissimo da eseguire in maniera credibile: dalla pronuncia, al vibrato, al controllo del fiato. Giulia riesce a superare questi ostacoli aggiungendo un pizzico di modernità, sottolineata anche dall’arrangiamento, che non tradisce l’intenzione originale.

L’album è, nel complesso, testimonianza di grande lavoro in studio, sia per i testi che per la voce. Amore e sensualità sono temi molto gettonati dagli artisti, ma il rischio di non renderli verosimili è sempre molto elevato. Giulia racconta pezzi di vita reale, fatta di emozioni, idee, riflessioni, paure. Il risultato è un ottimo esordio sulla scena musicale dei “grandi”.


Redazione by Gianluca Basciu

Finalmente piove di Valerio Scanu: l’amore attraverso emozioni quotidiane


[a cura di Gianluca Basciu]

Sono passati due anni dalla pubblicazione dell’ultimo progetto Lasciatemi entrare (2014). Nel frattempo Valerio Scanu ha vinto la quinta edizione di Tale e quale show e ha partecipato al 66° Festival di Sanremo con il brano Finalmente piove, scritto da Fabrizio Moro e da subito in vetta alla classifica di iTunes.

Proprio nel cuore della settimana sanremese ha lanciato il nuovo album, che si intitola come la canzone del Festival, gli arrangiamenti sono di Luca Mattioni   ed è prodotto su etichetta Natyloveyou, contiene tredici brani, di cui otto scritti dallo stesso Valerio.

Dall’ascolto emergono maturità vocale e sound internazionale sempre sostenuti dal richiamo di temi pop più tipicamente italiani. Nelle canzoni si parla di amore ma anche di tanti simboli, gesti comuni e spontaneità delle emozioni. La presentazione live è prevista per il prossimo 24 aprile all’Auditorium Conciliazione di Roma. Nel frattempo, per tutto il mese di febbraio, Valerio Scanu sarà in giro per la penisola a incontrare i fan e firmare lecopie del disco.

Di seguito, nel dettaglio, le caratteristiche dei brani di Finalmente piove:

1) Finalmente piove – Sanremo 2016

Voce e pianoforte crescono insieme sia nel ritmo che nell’intensità. Con questo espediente le parole acquistano sempre più valore, finché nel ritornello il suono diventa quasi elettronico e sfuma con un arpeggio per collegarsi alla strofa successiva. La canzone parla di amore introspettivo, silenzi e accettazione.

2) Dentro questa stanza

Il brano è elettronico e molto parlato. Il ritmo, incalzante, comanda il ritornello più delle parole; al contrario, le strofe sono guidate principalmente dal testo. Il tema è un rapporto d’amore passionale di cui si raccontano una sequenza di episodi.

3) Un piccolissimo ricordo

Come dice il titolo, la canzone parla di un ricordo d’amore che irrompe nella normalità di una vita matura. La melodia prova a creare un sentimento di nostalgia e richiama a tratti il senso dell’illusione. Per raggiungere questo effetto, la voce cerca il piano sulle note di medio-alto registro.

4) Mi pervadi

Si apre con un tempo scandito da accordi e sussurri. Poche battute dopo si passa al fortissimo del ritornello. È ancora presente il tema della lontananza e dell’assenza, esplicitato dal verso Il passato è ilmio demone e tu…

5) Saprai di donna

La donna protagonista è invitata a essere se stessa. L’uomo, che le dichiara il suo amore, promette sincerità e attenzioni. La melodia, non apertamente dichiarata nella prima strofa, diventa estremamente ritmica e si colora di tinte esotiche.

6) Rinascendo

Vuole insegnare a rinnovarsi e rinascere ogni giorno, superando gli ostacoli della vita. Questi ultimi, nel brano, sembrano essere rappresentati dai vibrati elettronici che compaiono nel primo ritornello e durano tutta la canzone.

7) Resto così

Dopo pochi secondi si capisce che il testo supera per importanza la melodia: ho giurato di andar via, ma l’amore è una follia. Il ritornello è ritmato ma leggero e sembra testimoniare il bisogno di superare una delusione a partire dal proprio profondo.

8) L’ossessione

È un brano molto incisivo, con una struttura musicale di alternanze strofiche ben scandite. L’ossessione di cui si parla è un’illusione che dura un istante, come il sentimento d’amore che la accompagna.

9) Nutriti di me

Come in altri casi si apre con un sussurro, che esprime un messaggio molto forte: per vivere una storia d’amore è necessario nutrirsi della persona amata. Quasi fosse un notturno, la melodia crea atmosfere naturalistiche che portano la mente a immaginare il tramonto e poi un cielo senza stelle.

10) La mia faccia nuova

Tipicamente pop, il brano è un inno all’amore senza pregiudizi. Le paure non devono costringere nessuno a nascondere il proprio viso e a vivere un amore sospeso. Le note accompagnano il testo come in un racconto in continua evoluzione.

11) Meglio

Quando l’amore diventa abitudine è meglio che il rapporto si chiuda e la vita vada avanti senza rimpianti. Questo concetto è espresso da un brano nuovamente elettropop che ha una sonorità ricercata.

12) Io vivrò – Senza te

È l’unica cover del disco, un tributo a Lucio Battisti. La canzone risale al 1968 e richiede una grande vocalità in grado di interpretare i numerosi colori della melodia. Inoltre, le note del ritornello devono essere sostenute da lunghi fiati e la voce deve evitare gli eccessivi vibrati. Valerio Scanu dà prova di sapersi misurare con tutti questi ostacoli.

13) Aspettiamo

La voce risalta al punto da far sembrare il brano eseguito in acustica. Il senso dell’attesa è un invito a guardare al futuro come un’opportunità che ancora non si conosce. Solo così si possono superare le difficoltà di una storia d’amore.

Nel complesso l’album dà prova della grande vocalità dell’artista, che ben sa adattarsi alle sfumature dei suoi racconti. Amore e sofferenza creano, nelle canzoni, un chiaroscuro fatto di pianissimi e forti in sequenza. Così come il rispetto della tradizione e la modernità dei suoni si allineano all’obiettivo di Valerio di tornare alla musica con un progetto di alto livello musicale.

 

I “ZIVAGO”: “LO SPECCHIO” IN USCITA IL 30/10/2015 – Recensione


ZIVAGO

Esce il 30 ottobre l’album “Lo Specchio”
primo full length del duo milanese,
per l’etichetta I Dischi del Minollo.
zivago

Articolo a cura di Fede

In uscita il 30/10/2015 l’album “Lo specchio”, del duo milanese “Zivago”, composto dai musicisti Lorenzo Parisini e Andrea Zonescuti, per l’etichetta “I Dischi del Minollo”, caratterizzato da arrangiamenti in bilico tra acustico e elettronico. Il percorso compositivo dei “Zivago” è influenzato dal “folk rock”, la musica “indie” e “new wave” anni ’80 e ’90 e la tradizione cantautorale italiana.

La “tracklist” comprende 9 motivi: 1 Lo specchio 2 Signor Nessuno 3 Ballata di un tempo perso 4 La gatta 5 Luisa 6 Abracadabra 7 Quello che non farò 8 Senza dirtelo 9 Blue Lullaby.

Significativo il primo brano “Lo specchio”, in apparenza di interpretazione fin troppo semplice, visto che attinge a elementi propri alle favole, raccontando di sogni da salvare e portare “altrove”, di una “strega cattiva” e una “fata arrabbiata” in un “paese buio”, con l’inserimento del noto ritornello “Specchio specchio delle mie brame chi è la più bella del reame?”, in realtà cela un “dietro le quinte” molto più complesso, dove a confrontarsi con un’immagine di sé rimandata da uno specchio a pezzi e a vedere la propria “povera volontà” che “trema e piange” e il proprio “riflesso stanco” è il soggetto che canta, in prima persona, il proprio malessere di fronte al suo mondo interiore in frantumi. Molti possono essere i richiami e le suggestioni che il testo può risvegliare in ognuno, dipende da ciò che ci si vuole “leggere”, d’altra parte anche “Alice nel Paese delle Meraviglie”, dove la protagonista attraversa uno specchio e le cui avventure fantastiche hanno da sempre incuriosito e strabiliato folle di bambini, in epoca “post-freudiana” ha svelato, per chi ha voluto ricercarvi chiavi interpretative differenti, risvolti inaspettati e inquietanti, dimostrando che uno specchio, detto in senso metaforico, può avere più “facce”.

“50 SFUMATURE DI GRIGIO” OVVERO COME CERCARE IL PRINCIPE AZZURRO E FINIRE NELLA “STANZA DEI GIOCHI” DELL’”ORCO”


50-sfumature-di-grigio-recensione

[Scritto da: Fede]

A letto col mostro. Ormai si è trasformata in una moda irrinunciabile nella letteratura e cinematografia attuali. Nei film con Christopher Lee, le illibate fanciulle si ritraevano con un moto di orrore appena sentivano pronunciare la parola “vampiro”, creatura delle tenebre mantenuta in vita da continui beveraggi del loro sangue, della quale erano le “vittime” designate, oggi se ne innamorano perdutamente, come Bella nella saga di “Twilight” e contro ogni previsione scoprono che anche loro hanno un’anima, esattamente come i loro rivali in amore, i “licantropi”, vacci a capire qualcosa… Di mostruosità in mostruosità e di aberrazione in aberrazione al termine della lunga catena c’ è il “best seller” di E.L. James “50 sfumature di grigio” di cui è uscita nelle sale, proprio a ridosso di San Valentino, la trasposizione cinematografica, in una versione edulcorata (le situazioni più spinte non erano rappresentabili) e soft-erotica. La trama è esilissima,c’è un Mr. Grey LaQualunque (cognome che significa “grigio” e negli States è stra-sentito, anche di più dei nostri Signori Bianchi e Rossi), antipaticissimo e inavvicinabile giovane rampante dell’alta finanza, pure belloccio, della serie “guardatemi ma non toccatemi” (e in effetti non fa mistero della sua abitudine di mantenere le “distanze”), come se non bastasse è anche dichiaratamente cinico, spietato e affettivamente desertificato, possiede “giocattolini” costosi come aerei privati, elicotteri e un parco di fuoriserie degno di un emiro di Abu Dhabi, mentre il suo “antro” è un appartamento extralusso provvisto di ogni comfort, fin qui sembrerebbe un calco dell’Edward Lewis di Richard Gere in “Pretty Woman” e invece no, perché Mr. Grey, bisogna precisarlo, è dedito alla sperimentazione di pratiche erotiche “non convenzionali” e “deviate” (alla Garbatella, senza girarci tanto intorno, si direbbe “da zozzone”), ha pure una madre adottiva medico, ma, strano a dirsi, non si è mai accorta di aver vissuto per anni al fianco di un “caso clinico”. La “lei” è una timida, idealista e goffa laureanda, Anastasia Steele, bel corpicino, sguardo basso, vestita da cani, neanche si rifornisse al peggiore “mercato delle pulci”, non ancora “iniziata” ai piaceri del sesso. Non si scommetterebbe un soldo bucato che due tipi così incompatibili possano arrendersi alle famose “laws of attraction” e invece è ciò che succede, fra loro nasce un rapporto morboso, dominatore-sottomessa (anche se lei rifiuta di assecondarlo supinamente in tutto), consumato in una “stanza degli orrori” dove i “giochi” sono staffili, fruste, scudisci, catene, corde, polsini di cuoio e tutto l’armamentario di diavolerie utili a procurare sofferenza e ad un tempo godimento (per divertirvi provate a consultare Von Sacher-Masoch e il marchese De Sade). L’inesperta Anastasia si immedesima troppo nell’eroina di ”Io ti salverò” e scava nelle angosce di Mr. Grey, nel cui passato ci sono, oltre a complessi edipici irrisolti, traumi infantili che gli hanno lasciato profonde cicatrici incise nell’anima e nella pelle, ma noi spettatori perché ci dovremmo impietosire, visto che ci sta sulle scatole fin dall’inizio? I titoli di coda calano come una scure inaspettatamente, senza un’autentica conclusione, ma non c’è neanche da dubitare che si tratti di abilissime strategie commerciali, tanto che si vocifera che il “sequel” potrebbe essere già in cantiere, anche perché i romanzi incentrati sulla coppia di amanti pervertiti sono finora (e si spera che basti così) in tutto tre, quindi ci sarebbe, eventualmente, spazio anche per un terzo capitolo. Dal punto di vista recitativo, Dakota Johnson se l’è cavata abbastanza bene, emotivamente è stata “nella parte”, facendola sua, di Jamie Dornan, ex modello, si ricorderanno soprattutto lo sguardo che più che concupiscente è sempre fisso e un po’ anche da suino e i glutei turgidi che si sono spesso guadagnati il primo piano, il pubblico femminile si sarebbe aspettato certo qualche inquadratura sul “sexy slip” ben sagomato sulla “conchiglia”, macchè, nulla di fatto. Il consiglio, per una boccata “ri-ossigenante”, è di procurarsi una delle pellicole “cult” di Rocco (Siffredi), lì altro che sfumature di “grigio” o mezze tinte, ne vedrete di tutti i colori …

Emanuele Picozzi e il suo primo EP dal titolo “le cose che non tornano più”


Come sempre attenti al talento, vi segnaliamo un giovanissimo artista di 18 anni, Emanuele Picozzi, ma con alle spalle circa un milione di visualizzazione ottenute grazie alla pubblicazione di tantissimi video che hanno evidenziato e messo in luce il suo talento vocale. Ecco pertanto la recensione del maestro Roberto Graziani esperto critico musicale rilasciata in occasione della recente uscita del  primo EP di Emanuele dal titolo “Le cose che non tornano più”, che contiene 5 brani scritti e musicati da Eddy Mattei (già collaboratore di Zucchero Fornaciari) coadiuvato da Alessandro Chiesa. Il Cd si avvale di un album di foto con i testi a fronte delle canzone per una migliore fruizione per l’ascoltatore (cit. Roberto Graziani)

by Roberto Graziani:

“EMANUELE PICOZZI E’ UN GIOVANISSIMO ARTISTA (18 ANNI!) CHE HA PERO ALLE SPALLE TANTISSIMI VIDEO E TANTISSIME VISUALIZZAZIONI SU YOU TUBE (CIRCA 1 MILIONE!), A DIMOSTRAZIONE DEL SUO TALENTO…SI DEVO DIRE GRANDE TALENTO CHE STA CRESCENDO  SIA A LIVELLO VOCALE CHE INTERPRETATIVO E QUESTO CD NE METTE IN LUCE TUTTE LE PECULIARITA SIA VOCALI CHE ARTISTICHE. LA VOCE DI EMANUELE PICOZZI E’ UNA DI QUELLE VOCI “GRANDI”, GRANDI A LIVELLO DI VOLUME SONORO..SI SA CHE LE VOCI COSI GRANDI  IN GENERE TENDONO AD ADAGIARSI UN PO SU QUELLA NATURA NON APPROFONDENDO IL FATTO STRETTAMENTE TECNICO-VOCALE, FACENDO SI CHE LA VOCE DIVENTI STENTOREA ED ALLA FINE ABBASTANZA “NOIOSA”…PER FORTUNA NON E’ QUESTO IL CASO DI QUESTO TALENTUOSO RAGAZZO, CHE HA STUDIATO LA TECNICA VOCALE IN MANIERA ECCELLENTE E L’HA ABBINATA AD UN “GRANDE SPESSORE DI SUONO”, FACENDO SI CHE LA VOCALITA SIA SEMPRE VARIA NEI COLORI, VARIA NELL’ACCENTO DRAMMATICO, MA ALL’OCCORRENZA PURE DOLCISSIMA E MORBIDISSIMA…IN PIU HA UNA ESTENSIONE VOCALE MOLTO “LUNGA”, DAL FA SOTTO IL RIGO AL SI NATURALE SOPRA IL RIGO (CIRCA 2 OTTAVE E MEZZO IN VOCE SIA CHIARO, NON IN FALSETTO ALTRIMENTI SE SI CONSIDERA ESTENSIONE PURE IL FALSETTO ALLORA SI ARRIVA ALLE 3 OTTAVE!) CHE GLI PERMETTE DI AFFRONTARE OGNI TIPO DI REPERTORIO SENZA PROBLEMI VOCALI TANTO FASTIDIOSI PER CHI ASCOLTA..TUTTA LA GAMMA VOCALE E’ COMPLETAMENTE OMOGENEA, INDIPENDENTEMENTE DALL’ALTEZZA DELLE NOTE CHE VA AD ESEGUIRE, TUTTO IL SUONO E’ COMPLETAMENTE COPERTO FINO AGLI ESTREMI ACUTI SENZA URLI O STRILLETTI POCO ORTODOSSI PER UN CANTANTE CHE VUOLE ESSERE “DA SERIE A”…ALLORA I 5 BELLISSIMI BRANI CONTENUTI IN QUESTO PRIMO EP POSSONO ESSERE ESEGUITI, IN VIRTU DI QUANTO DETTO PRIMA CON UNA SICUREZZA E FACILITA SBALORDITIVE…SI COMINCIA CON “LA PIOGGIA DEL MATTINO”, DOVE L’USO DEL FALSETTO NON E’ MAI SENZA COLORE, LINFATICO, MA BELLO SONORO E POTENTE E PIENO DI ARMONICI…DOVE IL CANTO “A FIOR DI LABBRO” E’ QUALCOSA DI ECCEZIONALE, DOVE L’EMISSIONE DEI SUONI SEMPRE TUTTI APPOGGIATI A REGOLA D’ARTE “SUL FIATO” FANNO SI CHE IL COLORE BELLISSIMO DELLA VOCE DI EMANUELE POSSA RIMANERE SEMPRE TIMBRATISSIMO..POI LA CANZONE CHE DA IL TITOLO AL CD “LE COSE CHE NON TORNANO PIU”, CANZONE TIPICAMENTE MELODICA ITALIANA, ESEGUITA CON UNA VOCALITA CHE FORSE SOLO I CANTANTI LIRICI (MA NON TUTTI SIA CHIARO, SOLO I GRANDI!) RIESCONO AD AVERE…SUONI IN PIANISSIMO, IN FORCELLA, IN MESSA DI VOCE, CON UN LEGATO MAGISTRALE CHE FA SI CHE LE FRASI MELODICHE POSSANO ESSERE PORTATE AL SUO NATURALE COMPIMENTO SENZA SCALINI, SENZA PRESE DI FIATO INUTILI…SI PROSEGUE CON “QUELLO CHE VUOI TU”, PEZZO QUASI ROCK ANNI 70 DOVE LA VOCE DI EMANUELE PICOZZI E’ GIUSTISSIMA SIA PER COLORE, SIA PER POTENZA SONORA…POI SI PROSEGUE CON “SBAGLIATO” PER ARRIVARE A “UN GIORNO NUOVO” DEL QUALE NE E’ USCITO PURE IL SINGOLO CON BEN 2 VIDEO SU YOU TUBE…PER CANTARE QUESTO PEZZO OCCORRE UNA GRANDE VOCALITA, UNA GRANDE ESTENSIONE..COSE CHE NON MANCANO AD EMANUELE PICOZZI, PERCHE QUA SI GIOCA LA VOCALITA SOPRATTUTTO SUL COSIDDETTO “PASSAGGIO DI REGISTRO” CHE NE PROIETTA LA VOCE A QUELLE ESTREME ALTEZZE CON UN SUONO DA BRIVIDO, POTENTISSIMO…DEVO DIRE CHE COME PRIMO EP QUESTO TALENTUOSO RAGAZZO HA CENTRATO L’OBIETTIVO PERCHE SIAMO VERAMENTE AD ALTISSIMO LIVELLO…IN PIU LA BELLISSIMA GRAFICA, LE FOTO, I TESTI NE FANNO DA CORNICE..AUGURO AD EMANUELE CHE QUESTO LAVORO POSSA DARGLI LE SODDISFAZIONI CHE MERITA…E DI PROSEGUIRE SU QUESTA STRADA INTRAPRESA CHE CREDO SIA QUELLA GIUSTA..ASCOLTARE PER CREDERE! 

 

 

A breve Music Star’s Blog, pubblicherà un’intervista a Emanuele Picozzi.