Il mitico Roxy Bar ha chiuso, non esiste più e lo smantellamento degli studi televisivi inaugurati il 1 dicembre 1992, è in fase di conclusione, come informa il suo ideatore e creatore Red Ronnie in una intervista dai toni “amari” per la mancanza di considerazione degli organi politici locali, principali responsabili della chiusura, rilasciata a Giovanni Terzi. Chiude un appuntamento per chi amava la musica, l’arte ed una televisione non urlata priva cioè di litigate e toni accesi, un posto dove essere se stessi senza inibizioni per godere dei benefici che la musica autentica, quella non finalizzata a carriere veloci e guadagni illusori, apporta alla persona e al mondo.
E’ vero, chiude il Roxy Bar, ma ci piace pensare che ci sia ancora un barlume di speranza per quella che, in quegli studi televisivi è nata come la musica di tutti e per tutti nella risposta di Ronnie alla domanda: E adesso con che spirito guardi al futuro? Leggete l’intervista…
Come stai Red?
“Sto tra centinaia di scatoloni mentre smantello e demolisco gli studi televisivi che in più di vent’anni avevo costruito. Erano studi meravigliosi dall’acustica perfetta tanto da essere considerati da alcuni artisti come Elvis Costello o i Placebo i migliori al mondo”
Quando apristi nel 1992 il Roxy che spirito avevi?
“Ero positivo e pieno di energia; capivo che il progetto del Roxy Bar su Videomusic sarebbe stato un seme per il futuro. Ero diventato da poco vegano e avevo la consapevolezza che la televisione stava per avere una deriva urlata che non mi apparteneva”
In che senso?
“Nel senso che l’obiettivo della televisione spazzatura era “drogare le emozioni”.
Io non appartengo a quella logica e così nacque Roxy Bar che ebbe un grande successo tanto da vincere per tre anni di seguito il “Telegatto” (1994, 1995,1996)”
Poi venne nel 2001 la prima chiusura, cosa accadde?
“Accadde semplicemente che il giornale “l’Unità” iniziò una campagna per salvare MTV permettendo di far sospendere prima, e chiudere dopo, Videomusic che era allora su Tele Monte Carlo. Lì iniziò la china finanziaria”
E adesso con che spirito guardi al futuro?
“Con lo stesso spirito del 1992. Nulla è cambiato dentro di me e ho al mio fianco persone e aziende come Golia, Fiat o Optima che credono nella musica e nei giovani.
Continuerò nella mia battaglia per scovare e dare opportunità ai giovani emergenti: sono un collezionista di anime”
Di chi è la colpa della chiusura del Roxy?
“Della politica e più precisamente del Comune di Bologna e della Regione Emilia Romagna totalmente disattenti ad un polo culturale come quello del Roxy.
Mai un momento di attenzione né un contributo. Bologna dovrebbe essere città patrimonio dell’Unesco per la musica e chiude il Roxy!”
Non parliamo di Talent, tra poco c’è Sanremo, che ne pensi?
“Che differenza c’è tra i due…”
Redazione