“IO CONCHITA la mia storia”: il libro di Conchita Wurst – L’avventura di un ragazzo di provincia che ha sempre creduto nel sogno di diventare un giorno un grande artista.


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Tom Neuwirth, un nome che forse dice poco a tanti ma che se tradotto in Conchita Wurst diventa “famoso”. Classe 1988 la drag queen che ha vinto l’Eurovision Song Contest 2014, col brano Rise Like A Phoenix, che si è distinta per alcuni suoi interventi al Parlamento Europeo di Bruxelles a tutela dei diritti del mondo LGTB e che fa venire i brividi con la sua voce potente, si racconta in un libro dal titolo Io, Conchita, edito da Mondadori, uscito  a pochi giorni dal lancio del suo primo album, intitolato Conchita (che contiene 12 brani ndr). Il libro racconta la sua storia.  L’avventura di un ragazzo di provincia che ha sempre creduto nel sogno di diventare un giorno un grande artista.

Ed ora, per conoscerla meglio riportiamo un’intervista rilasciata a Io Donna del Corriere della Sera:

Quando è nata l’idea di scrivere una biografia?
Dopo la vittoria all’Eurovision Song Contest 2014, dove ho cantato Rise Like A Phoenix, ho sentito fortissimo l’interesse di molte persone verso mia storia, la mia arte, la mia musica e la mia vita da Drag Queen. Così ho pensato che era tempo di raccontarmi con sincerità. Quando ho conosciuto l’autore Daniel Oliver Bachman abbiamo parlato ininterrottamente per diversi giorni ed è nato il libro. È stato un ottimo ascoltatore e non si è perso nemmeno un dettaglio.

Chi è davvero Conchita Wurst?
Più di ogni altra cosa, una cantante.

Sei nata e cresciuta in un piccolo paese dell’Austria: quando hai iniziato a sentirti diversa dai tuoi coetanei?
Come scrivo nel libro ho sempre amato acconciarmi, vestirmi, stare al centro della scena e truccarmi; ricordo che lo facevo fin da piccolissima, faceva parte della mia personalità. All’asilo nessuno mi ha mai bullizzata o esclusa per questo, anzi.

Nessun pregiudizio o giudizio?
Solo nell’adolescenza, un periodo davvero complesso per i “diversi”. È facile diventare la preda di un bullo, bastano un paio di occhiali, oppure l’apparecchio ai denti, qualche chilo in più, o dichiararsi gay o lesbica. Dico sempre che nasciamo liberi e senza pregiudizi fino all’età della pubertà. Poi, per il resto della nostra vita, cerchiamo di curare le ferite che ci siamo procurati in quel periodo.

Quali sono state le tue, di ferite?
Ho vissuto sulla mia pelle la cattiveria gratuita del bullismo e ho sentito persone rivolgermi commenti malevoli. Ma ho sempre sentito l’amore incondizionato da parte della mia famiglia e degli amici; questo è quello che davvero conta, alla fine della giornata.

L’introduzione del libro è firmata da Jean Paul Gaultier, il quale scrive: «Hai il corpo di un uomo e lo spirito di una Wonder Woman». Che cosa pensi abbia visto in te?

In realtà si dovrebbe chiedere a lui; non vorrei rispondere al posto suo. Posso solo dire quello che io vedo in lui: è un uomo favoloso che crea abiti da sogno e, soprattutto, è una persona dal cuore generoso.

Tornando alla tua vita, hai sempre voluto diventare cantante?
Ho sempre amato cantare, ma più in generale sognavo di vivere da creativa. Fin da bambina volevo diventare un’artista, anche se ancora non avevo ben chiaro in che campo. Ad un certo punto ho iniziato a scrivere canzoni, grazie anche al supporto della mia famiglia.

Quando è arrivata la popolarità?
Direi nel 2007; avevo 17 anni e partecipai al talent show austriaco Starmania. Sono arrivata seconda e da lì è iniziata la mia avventura.

Sei stata anche e spesso fortemente criticata.
Ad essere del tutto onesta, cerco di non interessarmene troppo. Primo: non ho il tempo per occuparmi di controbattere e replicare. Secondo: preferisco circondarmi di persone e cose belle e positive. Cerco di guardare sempre agli aspetti migliori dell’esistenza.

La tua storia è speciale. In tanti si chiedono se ti senti più Conchita o più Tom.
È una domanda divertente, perché mi sento perfettamente bene nei panni di Conchita, l’artista, e in quelli di Tom, nel mio privato. Vivo equilibratamente questi due volti.

Cosa dici ai tanti giovani in crisi d’identità sessuale o personale?
Sii te stesso, impara ad amarti e accettarti per quel che sei nel profondo e vedrai che presto starai molto meglio, da solo e con gli altri. Credo sia questa la sola, vera chiave per andare avanti e sentirsi a posto con il mondo.

Qual è la canzone che non smetti mai di cantare?
Adoro Goldfinger di Shirley Bassey.

Dove ti piacerebbe essere tra una decina d’anni?
Difficile rispondere. Se anche avessi il potere di prevedere il futuro non so se accetterei di sapere cosa ne sarà di me. Sicuramente un obiettivo che vorrei raggiungere è vincere un Grammy. Il mio nuovo album, Conchita, punta a questo. Se poi arriva prima di dieci anni, tanto meglio!

By Ponyo

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